Autore: Tania Dejoannon
Casa editrice: I.D.E.A Immagina Di Essere Altro
Genere: Distopico
Numero pagine: 200
Saga: Apparenze, vol. II (conclusivo)
Trama
“Possiamo ancora salvare questo mondo? Dopo che i protagonisti hanno percorso chilometri, affrontato ogni tipo di prova e gioito nel ritrovarsi, dovranno fare i conti con le loro responsabilità e soprattutto con chi e con cosa, fino ad allora, si è nascosto dietro l’ombra delle apparenze. Non sarà facile trovare il coraggio di misurarsi con un mondo totalmente stravolto, e ancora meno lo sarà non soccombere all’idea che la morte possa essere la scelta più scontata. Saranno il valore delle piccole cose, l’amore e la riscoperta dei rapporti umani a farli resistere una volta scoperto cosa c’è Oltre le Apparenze”.
“Mi sento in prigione in questo zoo. Sono stufa di sottopormi alle analisi, di rispondere alle domande e di ascoltare le urla di chi non vuole essere esaminato. Molte persone hanno paura, hanno capito di essere in gabbia, circondate da bestie feroci che non sono né leoni, né tigri, ma camminano su due zampe e divulgano stronzate!”
oltre le apparenze
Recensione
PREMESSA: la recensione del primo volume, Apparenze, la trovate nel blog redatta da Sara (odoredinchiostro).
Un cerchio che si chiude. Solitamente è così che vengono descritte le saghe ed in un qualche modo, anche in questo caso è andata così (concludere come si ha iniziato, wow…ndr.) eppure… non sono pronta a lasciar andare questa storia, non sono pronta a lasciar andare i suoi personaggi e le loro vite, ma andiamo con ordine.
La storia è strutturata in capitoli che si alternano sia nei punti di vista che nel luogo in cui ambientati: ho riscontrato qualche difficoltà in alcuni capitoli per via del linguaggio e delle nomenclature auliche e particolarmente difficili, mi rendo conto sia voluto, per permettere al lettore di visualizzarsi in quelle terre ed identificarsi in culture altre alla propria ma non nascondo un rallentamento nella lettura dovuto alla comprensione; la forza dell’autrice sta nei capitoli corti che permettono di sostare e abitare quel senso di smarrimento capace di trasportare totalmente nel clima del “distopico”.
E’ una storia decisamente più breve rispetto all’inizio ma nonostante questo ha saputo racchiudere in poche pagine tutte le sensazioni che mi aspettavo di provare (anche più del dovuto oserei dire, ndr.): prima tra tutte l’adrenalina, l’autrice è sicuramente una campionessa nel far venire i crampi alla pancia e far sentire la perdita del fiato come a correre con i protagonisti in mezzo alle pagine. Non è mancato neanche l’effetto sorpresa, ci sono stati alcuni punti (direi alcuni ritrovi e alcune perdite per non cadere troppo nello spoiler, ndr.) che proprio non mi sarei mai aspettata ma che non sembrano “buttati a caso”, sono perfettamente coerenti con la narrazione e mai a caso, diretti come un pugno in pieno volto (nel bene e nel male, ndr.). A conferma di quanto ho appena detto posso dirvi che non si sono risparmiate le lacrime e che ho sentito, nonostante il messaggio di speranza celato tra le righe, un senso di vuoto profondo nel voltare l’ultima pagina.
Il linguaggio dell’autrice è una firma ben distinta che spazia dalla cortesia elegante, alla schiettezza diretta e senza sconti, evoca diversi stili per cui non mancano scenari macabri, romantici, da saga familiare, il tutto perfettamente integrato ad uno sfondo apocalittico. Punto di forza è la sua visione del mondo che non nasconde anzi pone in contrapposizione tra come si vede e come si dovrebbe vedere… una metafora profondamente apprezzabile in tutti i suoi componimenti.
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