Il paradiso per sottrazione

Autore: Daniele Trovato

Casa editrice: Alter Ego

Genere: narrativa contemporanea

Numero pagine: 412

“Togli tutti i diritti a qualcuno e si ribellerà, togline un po’ alla volta esercitando una pressione costante e piano piano lo vedrai cedere.”

il paradiso per sottrazione

Trama

Marco Bezzi vive due vite. In una partecipa alla guerriglia urbana, da anarchico, fiero oppositore di un sistema inaccettabile che fagocita e risputa individui privati di dignità e umanità. Nell’altra, però, si muove nell’ambito professionale che contribuisce a mantenere vivo e pulsante il cuore del sistema tanto odiato, tra squali della finanza, un contesto aziendale alienante e diritti dei lavoratori ridotti ai minimi termini. Nel mezzo crescono dinamiche che costringono Marco a districarsi nel proprio dualismo: la convivenza con Monica, estranea alla sua area politica; le mutazioni di un quartiere che si affaccia con nuovi connotati alla modernità, come a voler cancellare la memoria di un passato remoto e inconfessabile. Il conflitto tra il protagonista, la società e i propri ideali plasma le vicende di un’esistenza vissuta alla giornata, nell’intento di affermare un concetto di giustizia lontano dalle distorsioni contemporanee.

“Nel modello standard su base incentivo-disincentivo il soggetto considera razionale aspirare alla carota, non si preoccupa mai di disarmare il bastone.
Il modello funziona con la maggior parte dei soggetti ai quali non interessa sentirsi dire che, per spezzare il bastone, bisogna imparare a rifiutare la carota.”

Il paradiso per sottrazione

Recensione

Quando non ti alzi neanche dal letto per leggere le ultime cento pagine di un libro vuol dire che ti ha decisamente preso.

L’autore, così come per “Ali e corazza”, ha preso spunto da fatti di cronaca per costruire la trama ed in questo caso ci sono riferimenti al G8 di Genova, all’assalto alla scuola Diaz, al pestaggio di Stefano Cucchi ed al mondo della criminalità organizzata nei quartieri di Roma.

Marco, il protagonista, è un uomo indefinito: da un lato combatte il sistema da anarchico, infiltrandosi nelle manifestazioni per distruggere tutti i simboli del potere, mentre sogna di appartenere ad un popolo in cui nessuno comandi ed in cui tutti siano allo stesso livello, e dall’altro lato è parte integrante del sistema, perché è l’unico precario di un call center che viene assunto come dipendente della banca cliente, con tutti i benefit del caso.
Marco vive male questa sua dualità, perché da un lato sa che il sistema è sbagliato e dall’altro che ne ha bisogno per vivere, ma alla fine capisce qual è il modo più sensato di far convivere i suoi ideali con le esigenze materiali.

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