Autore: Pablo Cerini
Casa editrice: Self-publishing
Genere: Thriller
Numero pagine: 224
Trama
“Un remake della celebre storia di Jack Lo Squartatore. Liberamente ispirato al fumetto From Hell di Alan Moore, il romanzo ne riprende alcuni punti chiave, rivoluzionandone il contesto. Non è più la nebbiosa Londra a fare da sfondo agli omicidi, ma la vicenda si snoda nelle piazze monumentali e piene di immondizie della decadente Roma dei nostri giorni. Protagonista del libro è sempre una figura insospettabile, questa volta un prete di una nobile casata dell’Aventino, Don Angelo, e suo antagonista uno spacciatore da quattro soldi, Samuele, antieroe di periferia. Un inquietante rito esoterico si staglia sullo sfondo della morte di alcune prostitute, e la chiave del mistero sembra essere un bambino, Giona, che non ha mai conosciuto la vera identità del padre”.
Recensione
La quarta di copertina non rende giustizia ad una trama sapientemente architettata. Ci troviamo tra le pagine di un thriller di quelli che possiamo definire un connubio perfettamente riuscito tra thriller psicologico e thriller religioso (quelli che preferisco, ndr.): abbiamo già l’assassino, ci viene rivelato dall’autore già dalle prime pagine, e proseguiamo all’interno della storia per arrivare a trovare il movente, il perché abbia deciso di compiere determinate azioni (un azzardo, forse la narrazione più difficile, ma nella quale l’autore è riuscito a destreggiarsi, ndr.).
La narrazione, in prima persona, è un alternarsi di punti di vista: il protagonista e l’antagonista, dove (vi assicuro che da spiegare senza spoiler è difficilissimo, ndr.) nonostante abbiamo il quadro già a portata di sguardo, difficilmente riusciamo a compiere una netta distinzione tra il bene e il male. Geniale. Questo romanzo vi avvolge in una nebbia, una confusione piacevole, che rende un thriller avvincente, ben congegnato e riesce a mantenere viva l’attenzione continuando ad offrire punti e spunti di riflessione, interrogativi e dubbi dalla quale si vuole riemergere ma anche nella quale si sta bene, ci si crogiola.
Nonostante queste premesse verso metà libro si può già immaginare la piega che prenderà la storia anche se il colpo di scena finale, che condurrà all’epilogo (personalmente ambiguo in quanto chiaro ai lettori ai fini della vicenda ma con troppi “non detti” all’interno di essa, ndr.), c’è stato e si è rivelato impattante, inaspettato.
Arrivati a questo punto dell’articolo potreste aspettarvi una valutazione piuttosto alta, considerato l’avvincente intreccio narrativo e la caratterizzazione dei personaggi realistica poiché riflette i canoni della società odierna dove l’apparenza è il biglietto da visita e solo raramente si è in grado di andare oltre; purtroppo il mio ruolo, in quanto richiede una certa obiettività nell’espressione del giudizio (senza peccare di presunzione ma come mera lettrice che ne ha già affrontato la lettura, ndr.), mi porta ad attribuirgli una valutazione alquanto bassa.
Durante il susseguirsi dei periodi, delle pagine e dei capitoli ho riscontrato numerosi refusi ed errori grammaticali, la cui frequente presenza ha rallentato ed influenzato nel complesso la narrazione. Nonostante ciò, a seguito di diversi confronti, sono a conoscenza di una riedizione rivisitata e corretta dell’omonimo libro.