Autore: Enrico Galiano
Casa editrice: Garzanti
Genere: narrativa contemporanea
Numero pagine: 160
Trama
Qualcuno ha detto che nella nostra vita non commettiamo tanti errori ma sempre lo stesso, ripetuto infinite volte. Perché i nostri sbagli raccontano di noi molto più di quanto non crediamo: della nostra storia, di come eravamo, di cosa siamo diventati. Eppure, soprattutto quando si è ragazzi – a scuola, in casa, persino con gli amici – sbagliare è diventato un tabù. Enrico Galiano, con sincerità e coraggio, ha deciso per la prima volta di sfatare il mito della perfezione e svelare tutti i suoi errori e le scelte azzardate. Da quelli apparentemente più piccoli, come quando ha buttato via l’occasione di uscire con la ragazza dei suoi sogni, a quelli più terribili, come quella notte in cui per poco non è stato arrestato; i brutti voti presi, quelli dati, gli sbagli perdonabili e imperdonabili, e come tutto questo l’abbia reso l’uomo che è oggi. Perché non c’è dubbio: sbagliare può causare ferite che impiegano anni a rimarginarsi e può lasciare segni indelebili nella nostra anima. Ma è necessario per capire chi siamo, per vivere una vita piena, per trovare davvero la nostra strada. Enrico Galiano è in grado di dare voce ai sogni e alle aspettative degli adolescenti di oggi come nessun altro. E con questo libro offre sia ai ragazzi sia a tutti coloro – genitori, educatori, insegnanti – che hanno a cuore il loro futuro la rinnovata consapevolezza che ogni errore altro non è che una tappa di quell’avventurosa e appassionante ricerca di sé stessi che è la vita. Ricordandoci che, se si vuole davvero crescere, allora occorre soprattutto imparare a sbagliare.
Recensione
Ho scoperto la scrittura di Enrico Galiano quando ho letto la raccolta di racconti “Andrà tutto bene” pubblicata da Garzanti durante il primo lockdown a scopo benefico ed il suo stile mi è piaciuto molto.
Quando ho cominciato ad interessarmi a questo autore ho scoperto che è diventato famoso grazie a dei video che posta sui social di episodi particolari che avvengono durante le sue lezioni (è un insegnante di lettere, storia e geografia delle medie) ed ho cominciato a seguirlo e ad acquistare i suoi libri.
Quando vedo una persona che è felice di ciò che fa, che sembra realizzata, a volte penso che magari ha avuto sempre le idee chiare su chi volesse essere ed abbia avuto alle spalle una rete sociale (famiglia, scuola, amici) che l’ha supportata dall’inizio, ma in questo libro autobiografico di formazione l’autore ci dimostra che non sempre è così.
Nel romanzo lo scrittore racconta una serie di episodi della sua vita in cui ha commesso sbagli più o meno gravi che lo hanno segnato in qualche modo e che hanno anche reso più difficile il suo percorso verso la realizzazione dei suoi più grandi desideri: trovare l’amore e diventare insegnante e scrittore.
Nato in una famiglia poco abbiente, cresciuto quasi senza un padre che dopo la separazione si è trasferito all’estero, Enrico era un ragazzino timido, imbranato con le ragazze, che pensava che se si nasce in una certa condizione ci si debba rimanere e che quindi quando era vicino alla realizzazione di un desiderio, che fosse anche fare tanti palleggi col pallone o conquistare la ragazza più bella della scuola, mollava per paura di fallire.
Durante il suo percorso ha incontrato diverse persone, insegnanti, amici, familiari, che gli ripetevano che non sarebbe mai diventato insegnante (“Non per niente fanno i concorsi ogni dodici anni, e passa solo il cinque per cento degli aspiranti. Quindi si figuri quante possibilità ci sono!”) e che lo guardavano con compassione quando continuava a proporre libri alle case editrici, che puntualmente li rifiutavano.
Ha accettato lavori assolutamente lontani dal suo essere e per molti anni ha fatto sì che i suoi sbagli lo definissero e lo convincessero di non poter raggiungere i suoi obiettivi, ma arrivato alla soglia dei trent’anni ha realizzato che anche se si sono commessi molti errori, anche se il resto del mondo è convinto che non ce la possiamo fare, se desideriamo davvero qualcosa, se capiamo chi siamo o cosa vogliamo fare, troveremo la nostra strada, quindi ha cominciato a proporsi per delle piccole supplenze finché non è riuscito a diventare insegnante di ruolo ed ha ottenuto l’attenzione delle case editrici grazie alla sua capacità di intrattenere gli altri attraverso i video sui social.
Il senso generale del libro è che noi non possiamo farci definire dai nostri errori e che uno o più episodi sbagliati non possono condizionare tutta la nostra vita.
Ho trovato a tal proposito davvero bella la lettera che ha scritto alla fine del libro e che ha dedicato a tutti gli studenti bocciati, affinché non si sentano sconfitti e dei falliti, ma considerino quella bocciatura un punto di partenza per fare meglio.
Consiglio questo romanzo ai ragazzi, perché possano crescere con meno ansia da prestazione e sappiano che nella vita cadranno molte volte ma ogni volta potranno rialzarsi, ed anche agli adulti come me affinché possano capire che non è mai troppo tardi per prendere in mano le redini della propria vita e trovare la propria strada (per la cronaca io a quarantaquattro anni la sto ancora cercando).