Autrice: Valentina Palomba
Casa editrice: Brè Edizioni
Genere: horror
Numero pagine: 399
Trama
William è il Dottore di un fantomatico paese che potrebbe essere il vostro. Abituato a essere qualcosa, vive la propria vita dimenticando di essere qualcuno. L’arrivo in paese del circo porta in lui uno sconvolgimento, è affascinato da una mitologica figura, la Diva, metà donna e metà mostro, una moderna arpia, affascinante quanto pericolosa, anche perché doppia: sono due donne racchiuse in una. Costei cela un segreto e da quel momento William non si dà pace fino a che non lo svelerà. Nel frattempo si accorge di una tremenda affinità con queste figure del circo, comprende come siamo più mostri che animali. Il Dottore, abituato ad approcciarsi con pazienti e malattie, scopre presto che in quella loro diversità non c’è nulla di anomalo, ma che anzi, lui ne è parte! E insegnerà che a esser diversi non si fa torto a nessuno, e si può scoprire un mondo fantastico che affascinerà anche voi. Benvenuti al circo! Anche se dei mostri! (Tenetevi stretti i vostri bambini).
Recensione
Nella piccola cittadina in cui vive William arriva un circo molto particolare, pieno di creature mostruose che tendono più ad impressionare e spaventare il pubblico che ad intrattenerlo.
I bambini sono attratti come mosche dal circo e dal primo spettacolo in poi cominciano a sparire misteriosamente, ma stranamente le famiglie non se ne preoccupano e piano piano li dimenticano.
Quando William assiste allo spettacolo di cui tanto ha sentito parlare resta colpito dalla Diva, una creatura deforme con metà corpo appartenente ad una donna bella e luminosa e metà ad una donna orribile ed oscura, con ali enormi e tre corni in testa.
William riuscirà ad ottenere la fiducia della Diva ed a scoprire sia cosa si nasconde dietro alle sparizioni dei bambini sia qualcosa che riguarda la sua infanzia e la sua vera natura.
Saranno davvero le attrazioni del circo i veri mostri?
Il libro è scritto interamente in versi e quindi non posso che complimentarmi con l’autrice per l’immane lavoro svolto, considerando che la storia occupa quasi quattrocento pagine.
Leggere un intero romanzo in versi mi ha riportato indietro nel tempo agli anni del liceo, quando scrivere in questo modo era una consuetudine per i poeti e non qualcosa di eccezionale come ai giorni nostri e mi son tornati in mente poemi come “I sepolcri” di Ugo Foscolo e “La ginestra” di Giacomo Leopardi che tanto ho amato.
La trama è bella ed originale, fa riflettere molto su quanto l’apparenza ci faccia definire gli altri senza prendere in considerazione la loro vera essenza e su come un aspetto sgradevole può nascondere un animo gentile e viceversa, portando il lettore a chiedersi chi possa essere descritto realmente come un mostro.
I personaggi principali sono tutti ben delineati, mentre ho trovato il ritmo narrativo più incalzante nell’ultima parte rispetto al resto del romanzo.
Mi sono trovata in difficoltà a mantenere il filo perché non c’è una suddivisione in capitoli né in paragrafi e quindi il romanzo va letto come un lungo unico poema in cui anche i dialoghi, soprattutto verso la fine in cui si passa rapidamente da una scena all’altra, tendono a sovrapporsi richiedendo un livello di attenzione alto.
Credo che con un editing diverso questo libro potrebbe ottenere il successo che merita e riportare in auge uno stile narrativo ormai desueto.