Autore: Alessandra Manara
Casa editrice: Officina Milena
Genere: Poesie
Numero pagine: 140
Trama
Alessandra Manara accompagna il lettore in punta d’anima nella sua prima raccolta, espressione del mondo sotterraneo e terricolo delle sue poesie, trasportandolo in una dimensione altra. Nel flusso dei versi senza titolo si annidano saldi ancoraggi razionali, scaturiti dalla vertigine emotiva del suo percorso esistenziale. Con leggiadria e delicatezza crea un’impalpabile architettura poetica ispirata a Sylvia Plath, a cui dedica una lirica sofferta, colma d’amore e ammirazione.
Recensione
Senzavoce contiene molte poesie che ho apprezzato e che mi hanno accompagnato in questi giorni.
La particolarità di questa raccolta di poesie è che non ci sono i titoli, o meglio vi si può risalire solo andando a trovarli nell’indice alla fine del libro.
Per l’autrice l’arte è connessa all’interpretazione soggettiva, quindi il lettore dovrà capire il tema di ogni poesia e immaginarne il titolo. In questo modo il lettore è spinto a capire a pieno il senso, a interagire e a cercare l’ispirazione che ha portato alla nascita di questi versi, provando da solo a ragionare su quale possa essere il nome. Questo approccio dell’autrice l’ho trovato originale e mi ha invogliato a proseguire nella lettura.
Sono più di 100 poesie, alcune sono corte e altre lunghe, seguono tutte la metrica e ciascuna ha un proprio argomento centrale. Sono scritte bene e sono fluide da leggere, molto emotive e delicate. Alessandra con la sua prima raccolta di poesie ci apre le porte alla sua anima, il suo mondo fatto di versi. La copertina è molto bella, un’ottima cornice per questa opera.
Non sono molto pratica di poesia, mi sono approcciata da poco a questo genere, ma questa raccolta secondo me merita e quindi la consiglio.