Autore: Frank Tysell
Casa editrice: Self-publishing
Genere: Horror
Numero pagine: 564
Trama
“Un cadavere smembrato, fatto a pezzi, viene ritrovato inchiodato sulla croce nella Chiesa di Vill Creek, una sperduta cittadina nella contea di McPherson, Nebraska. Un brutale omicidio dai risvolti inquietanti; 24 ore prima del ritrovamento del corpo la Chiesa resta senza guida a causa del trasferimento del prete locale in un’altra diocesi fuori dallo Stato. In aiuto dello sceriffo Martin Bell e del suo vice che indagano sul caso, arriva il medico legale Miranda Lopez, una vecchia (e inaspettata) conoscenza. Le cose precipitano quando nel fitto bosco che circonda la cittadina viene ritrovato un secondo cadavere orribilmente mutilato, e alcuni abitanti iniziano ad assumere strani, quanto inquietanti comportamenti. A complicare le cose giunge un prete misterioso e il figlio dello sceriffo. Nulla è come sembra… e tra macabri ritrovamenti e cupi scenari, la cittadina si ritrova isolata, prigioniera di abitanti impazziti. In un susseguirsi di angoscianti verità e terrificanti esperienze, i protagonisti dovranno sopravvivere al male assoluto… Un horror da leggere compulsivamente che vi trasporterà nella tetra Vill Creek.”
“Ma forse, anche quello, era l’inganno del vento. Perché Vill Creek sembrava vuota. Sembrava morta. Sembrava…”
la chiesa del diavolo
Recensione
564 pagine? Non me ne sono neanche accorta!
Un romanzo horror dal ritmo incalzante, dall’ansia costante e dall’adrenalina in continuo aumento. L’ho letteralmente divorato e mi è piaciuto davvero tanto.
Una nuova penna dal lessico ricercato (nonostante qualche piccolo refuso, ndr), una mente che ha saputo tracciare un sottile filo, quasi impercettibile, tra sogno e realtà. Cosa sta davvero succedendo a Vill Creek e ai suoi abitanti?
Per gli amanti del genere ci saranno sicuramente alcuni Deja-vu, ma la sensazione è sempre nuova; quando si legge un buon horror si rischia di scivolare in alcuni cliché (i boschi, i piccoli paesi dove tutti si conoscono, il mistero che avvolge alcuni strani individui ricoprenti cariche religiose…) ma bisogna sapere come prendere in ostaggio il lettore e fargli provare le sensazioni che i personaggi descritti provano. L’autore è stato davvero bravo in questo: ho sofferto di claustrofobia insieme a Teresa, mi sono svegliata cercando di distinguere i miei incubi dai suoi, ho sentito le vocine dei bambini con i pigiami a quadretti…
Non sono mancate le descrizioni cruente di scene dove il male trasudava da ogni parola, virgola e attimo.
L’epilogo mi ha letteralmente gelata… non riesco a capire se voglio vedere uno spiraglio aperto per il male o se l’autore ha voluto dimostrarci che il male non se ne andrà mai davvero. Però ecco i finali aperti mi lasciano sempre un pò nel limbo… sono sconvolta (decisamente un’ottima sensazione dopo una lettura horror, ndr).
Lo consiglio!
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