Autore: Federica Caracciolo
Casa editrice: Cherry Publishing
Genere: Romance
Numero pagine: 374
Trama:
Gab è un diciassettenne come tanti, con le sue paure, il suo dolore, i suoi segreti. Ama i libri e la musica. Lo zaino in spalla e le cuffie nelle orecchie, la sua chitarra e un cappuccio sempre alzato sulla testa per nascondersi dal mondo, dal passato che lo insegue e da cui tenta disperatamente di fuggire, anche a costo di restare solo. In fondo, non ha mai avuto bisogno degli altri. Di suo padre, dei falsi amici che si è trascinato dietro finora. La città lo ha cambiato, e insieme a lui sua madre, che cerca di rimettere insieme i pezzi della sua vita dopo un matrimonio disastroso. La vita vuota di chi non sa più guardarsi dentro. A un certo punto, qualcosa si è rotto e riaggiustarlo sembra impossibile. E poi, all’improvviso, per lei un nuovo lavoro come bibliotecaria in un paesino a picco sul mare, per lui una via di fuga: Em. Un ragazzo strano, scontroso, solitario. La sua figura esile e i suoi sorrisi schivi che catturano gli sguardi. Gli occhiali scuri che nascondono occhi sempre tristi. Spaventati. Sullo sfondo, il mistero di un faro abbandonato, il profumo del mare e di una maledizione.
Un romanzo di formazione che esplora a fondo i rapporti umani, visti attraverso lo sguardo pulito di un ragazzo che era a un passo dal perdersi. L’amore e la rabbia, la solitudine e il bisogno. E l’importanza di essere se stessi. Sempre. Perché non siamo mai soli, a meno che non siamo noi a sceglierlo.
Recensione:
Non sono solita leggere romance, quindi quando la C.E. Cherry Publishing mi ha contattata per leggere e recensire questo libro non ero sicura che fosse la lettura per me. Tuttavia, quando mi hanno detto che si trattava di una storia MxM mi sono incuriosita ed ho deciso di accettare. Ed ho decisamente fatto bene.
Essendo il mio primo romance MxM non posso dire se la trama sia cliché o meno, ma posso dire che mi ha coinvolta molto sia da un punto di vista emotivo sia per le evoluzioni più o meno inaspettate che ci sono state. Sicuramente non si tratta solo di una storia d’amore: oltre all’innamoramento, infatti, si parla di temi rilevanti come il bullismo, l’omofobia, l’importanza di accettare ed amare se stessi ed il rapporto genitori-figli, in generale ed in merito ai temi dell’omosessualità. Trovo che la scrittrice abbia raccontato con grande dolcezza e tatto questi argomenti, mostrando sia i momenti negativi della vita di un ragazzo omosessuale sia mettendo in luce i tantissimi momenti belli.
Proprio pochi giorni fa, in occasione del Trans Day of Visibility, ho letto un articolo che parlava dell’importanza di rappresentare gli orientamenti sessuali LGBTQ+ non solo nei loro aspetti tristi e difficili, perché questo rischia di portare la società eteronormativa in cui viviamo ad avvicinarsi al tema non con condivisione ma con distacco e compassione, stimolando il pensiero di “Menomale che sono nato etero”. Si sottolineava dunque l’importanza di trattare le storie d’amore LGBTQ+ esattamente come si tratterebbe una relazione eterosessuale, per avvicinare il lettore o lo spettatore all’idea di normalità ed uguaglianza che è necessario portare avanti per educare tutti ad una vita più inclusiva e finalmente libera dai pregiudizi e dalle discriminazioni. Ecco allora che il libro di Federica Caracciolo si inserisce molto bene in questo panorama, perché il messaggio che passa è sicuramente positivo ed incoraggiante.
Ho apprezzato molto anche l’evoluzione dei personaggi, non solo del protagonista, Gab, ma anche dei due co-protagonisti, Em e Nora. Soprattutto Nora mi è piaciuta molto come personaggio, e mentre all’inizio non la sopportavo molto sono arrivata ad amarla. Ho trovato la sua storia emblematica e mi ha fatto riflettere sul rischio di lasciarsi condizionare dalle apparenze e dall’abitudine che spesso abbiamo di costruirci l’immagine di una persona senza conoscerla veramente. Altro personaggio che mi ha toccato il cuore è stato la mamma del protagonista, e mi sono trovata a pensare che se un giorno dovessi essere madre e se dovessi avere un figlio parte della comunità LGBTQ+ vorrei essere come lei.
Anche l’ambientazione è davvero ben costruita: le dinamiche del piccolo paese in cui il protagonista si trasferisce mi hanno ricordato molto quelle del mio paesino, dove chiunque sa sempre tutto di tutti e le voci corrono più veloci del vento, e le ho quindi trovate molto realistiche. Tuttavia, non condivido molto l’idea della scrittrice di non mettere i nomi dei paesi, ma chiamarli solo con l’iniziale (tipo C. o P.): capisco il non voler usare il nome di un paese effettivamente esistente, per evitare di offendere gli abitanti, visto che comunque la mentalità descritta non è delle più positive, ma avrei apprezzato di più che l’autrice si fosse magari inventata un nome per i posti in questione, penso che avrebbe reso la lettura più realistica. Un’altra cosa che avrei voluto vedere di più è il famoso faro, che mentre nella trama e nella copertina ha un ruolo decisamente centrale nella storia compare sì, ma non l’ho trovato un vero protagonista nella narrazione quanto un mezzo per avvicinare i due personaggi principali. Mi è dispiaciuto perché la storia che c’era dietro era davvero molto interessante e dava al libro un tocco di mistero, quindi mi sarebbe piaciuto saperne di più.
Un elemento che ha invece una parte molto importante nella storia è la musica: l’autrice ha condito la narrazione con citazioni musicali, nomi di band e canzoni varie, che hanno reso il protagonista molto realistico ai miei occhi. Hanno anche allargato un po’ le mie conoscenze musicali, perché non nego che conoscessi meno della metà dei brani citati, e durante la lettura ne ho cercati alcuni che mi sono piaciuti molto.
Per concludere, una storia d’amore che consiglio a tutti, a chi è in cerca di sé stesso, a chi sé stesso pensa di averlo trovato, a chi cerca semplicemente qualche ora di piacevole evasione, ma anche a qualche genitore che vuole capire meglio come capire ed aiutare un figlio alle prese con l’adolescenza.