Autore: Murakami Haruki
Casa Editrice: Einaudi
Genere: Narrativa
Numero pagine: 76
Trama
Nei suoi romanzi e racconti Murakami ha creato un’infinità di mondi, e ne ha svelato ogni segreto ai lettori. Ma c’è una dimensione in cui la sua penna non si è quasi mai avventurata: la sua vita. Con Abbandonare un gatto, Murakami scrive per la prima volta della sua famiglia, e in particolare di suo padre. Ne nasce un ritratto toccante, il racconto sincero del ‘figlio qualunque di un uomo qualunque’. E forse proprio per questo speciale. A tradurre in immagini questo delicato racconto autobiografico, le invenzioni di uno dei più importanti illustratori contemporanei, Emiliano Ponzi, che con i suoi colori aggiunge poesia alla poesia in un’edizione unica al mondo.
Recensione
Non mi aspettavo chissà cosa da questo libro, visto e considerato che non son riuscita a finire ‘Norwegian Wood’, forse non era il periodo giusto o semplicemente stavo entrando nel blocco del lettore.
Ho rivalutato l’autore con questo libro. Mi ha trasmesso le emozioni che provava in ogni frase: angoscia, tristezza, perplessità… Non so perché, ma ultimamente, soprattutto con la fotografia, mi sto approcciando alla tematica, che io adoro, della ‘vita quotidiana’ e in qualche modo, questo libro narra di vita quotidiana! Riuscire ad immortalare dei piccoli gesti, delle piccole espressioni… Questo libro è stato, per me, come tante fotografie scattate da Murakami.
Descrive tutto, dall’ambiente post-guerra alla descrizione della famiglia. Ripercorre e narra episodi di vita, tramandati dal padre.
Tra le cose che più mi son piaciute ci son, sicuramente, l’aver riportato qualche ‘Haiku’ scritto dal padre e l’episodio del gatto. Mi sento di consigliare questo libro sia a chi già ama i libri di Murakami, sia a chi ancora non ha letto niente dell’autore Giapponese.