Autore: Fulvio Risuleo, Antonio Pronostico
Casa editrice: Coconino Press
Genere: Graphic Novel
Numero pagine: 230
Trama
Dopo il trionfo della loro prima collaborazione artistica in Sniff, Fulvio Risuleo e Antonio Pronostico tornano a esplorare le intricanti dinamiche delle relazioni amorose, ma questa volta mettendo in luce gli scontri e le tensioni che spesso caratterizzano il rapporto di coppia.
Il titolo del loro nuovo libro, pubblicato da Coconino, richiama il mondo del tango argentino, una danza di coppia che si basa sulla perfetta sintonia tra i ballerini, sulla fiducia reciproca e sulla capacità di lasciarsi andare ai movimenti dell’altro. Tuttavia, anche in questa danza elegante e armoniosa, possono insorgere imprevisti e cambiamenti improvvisi. Questo concetto è enfatizzato nell’immagine di copertina del libro, dove un’auto è sospesa sopra le teste dei ballerini grazie a un braccio meccanico.
Nella vita quotidiana di Miriam e Lele, la coppia protagonista della storia, le decisioni da prendere sono molte e spesso apparentemente insignificanti, ma possono scatenare discussioni intense e durature. Si interrogano su questioni importanti come l’adozione di un cane, la possibilità di avere figli e queste decisioni, banali o cruciali che siano, mettono alla prova la solidità del loro legame, portandoli a confrontarsi con le sfide e le incertezze della vita di coppia.
Recensione
“Tango” è una bestia strana: difficile, se non quasi impossibile, parlarne evitando gli spoiler. E se già normalmente gli spoiler possono rovinare il gusto nell’approcciarsi ad un’opera – libro, film, serie, fumetto e finanche gioco – nel caso di “Tango”…beh, nel caso di “Tango” le cose sono ulteriormente complesse.
Spesso si sente dire che alcune narrazioni sono come viaggi in cui conta il percorso più della meta. E la cosa, spesso, ha perfettamente senso: il finale, la destinazione, è in effetti solo una parte del tutto, perché dunque caricarla di così tanta importanza? Da una parte accettare questa sorta di patto non scritto con chi realizza un’opera è quasi liberatorio – ci affranca dalla ricerca compulsiva del twist, del finale ad effetto, ci fa mettere le cose in una prospettiva più equilibrata, più rispettosa dell’importanza di ogni pagina, ogni minuto, ogni meccanica e non solo di quella conclusiva. Il finale diventa così una delle (tante) componenti di un’opera e magari ne diventa “solo” la chiosa finale, deresponsabilizzata dal dover portare sulle spalle, da sola, il peso intero del suo funzionamento.
Ebbene, se tutto ciò per voi ha perfettamente senso, “Tango” potrebbe essere il fumetto per voi.
Le 226 pagine della seconda opera di Fulvio Risuleo e Antonio Pronostico sono nettamente divise
in 4 parti. La prima, che però è anche la più corposa in termini di pagine, è anche l’unica di
stampo librogame – o meglio, scegli-la-tua-avventura. Non ci sono altre meccaniche oltre alla
richiesta al lettore di scegliere tra alcuni bivi…bivi che portano tutti allo stesso snodo di trama.
Ora mi sento già le vostre voci: “ma…ma…spoiler??? Proprio da te?!”
Ebbene, no: gli autori stessi inseriscono addirittura la mappa di tutti i capitoletti, con relative
biforcazioni, appena dopo tale snodo.
Ecco che risulta chiarissimo come la funzione delle scelte dei giocatori non sia quella di plasmare
la “propria” versione della storia, bensì quella di esplorare a fondo il rapporto di coppia tra i due
protagonisti, Lele e Miriam: tutte le fratture che si creano tra di loro, anche quelle apparentemente
più insanabili, alla fine si ricompongono – e tutte in maniera credibile, autentica, spesso semplice
ma proprio per questo “vera”.
Dicevamo: ciò che conta è il viaggio, appunto. È toccare con mano la concretezza della solidità
del loro rapporto, non importa ciò che succeda. È vederli danzare tra scelte e accadimenti –
Tango, appunto – alternandosi nel condurre il proprio ballo, un ballo che viene da loro
costantemente scelto, nonostante tutto.
La seconda parte del fumetto è…strana. È un documentario naturalistico (emblematica la scelta
del soggetto: leone e leonessa nella savana) a tratti commentato dai due protagonisti con una
voce fuori campo. È la parte più pittorica dell’opera e rimane sospesa tra il sogno e la noia dei
due, rendendo bene l’idea di uno sbirciata nella loro routine e rimanendo straniante quanto basta
da risultare interessante – oltre che fermandosi appena prima di diventare stucchevole.
La terza parte del fumetto è la più sperimentale, ma anche a mio parere la meno riuscita. Qui
davvero evito gli spoiler perché vi priverei del gusto della scoperta – non tanto di cosa accade ma
di come ciò è reso graficamente e narrativamente. Diciamo che, se la trascrizione su carta
dell’idea dei due autori funziona nella prima dozzina di pagine, quando il riciclo di asset, battute e
disegni diventa troppo spinto subentra nel lettore una lieve sensazione di noia – fin quasi di
irritazione. Gli intenti degli autori, ripeto, sono chiari e interessanti, la sperimentazione lodevole nel
suo minimalismo estremo, i risultati di tirarla così tanto per le lunghe (1/3 delle pagine dell’intera
opera) rischiano però di vanificare quanto di buono percepito dal lettore in una eccessiva
diluizione, dilatazione e reiterazione dei tempi.
E infine la quarta ed ultima parte: breve, ficcante e con un twist finale che è riduttivo definire
divisivo. Nuovamente l’intento degli autori sul sottolineare l’importanza del viaggio e non tanto
della meta è chiarissimo, quindi siete voi a dovervi chiedere quanto è per voi importante il
contributo del finale nell’economia di una storia. Perché i casi sono due: o adorerete la circolarità
del messaggio di Risuleo e Pronostico, oppure tirerete il volume nel muro.
PS: non fatelo, che lo avete pagato e rischiate di rovinarlo.
In realtà esiste una terza strada, che poi è stata quella di chi scrive: rimanere combattuto tra le
due precedenti.
Innegabilmente il lascito della lettura di Tango è di qualità. Il tratto e lo stile scelto sono undelizioso trionfo underground, la scrittura è incalzante e il ritmo dei botta e risposta tra i due
protagonisti ottimo.
La messa in scena globale è 100% coerente con il titolo dell’opera e con l’intento dei due autori.
Le trovate narrative, l’esplorazione delle vite dei protagonisti tramite la metà a bivi, l’idea dietro
alle sperimentazioni estreme della terza parte, funzionano.
E il risultato finale, dunque? Funziona…finché rischia di non funzionare più.
E questo perché la forza del messaggio di Tango, che altro non è se non la dimostrazione di una
ben precisa tesi dei due autori, dipende in larga parte da quanto siate disposti a perdonargli il
parziale (ma presente) scivolone della terza parte in funzione del gusto nel comporre quello che è
indubitabilmente un interessante affresco diegetico, che però potrebbe far dire “ma quindi, alla
fine, non è accaduto niente…” ad alcuni di voi.
Vorrei infine sottolineare quanto questa lettura, da marito coinvolto in una coppia, sia non solo catartica ma anche intrisa di speranza. Il costante litigare dei protagonisti emerge come qualcosa di “normale”, riflettendo le innumerevoli fonti di conflitto che ogni relazione di coppia inevitabilmente deve affrontare. Tuttavia, Tango comunica con forza che, nonostante le danze e le incomprensioni, è possibile ricomporre le fratture, e un futuro insieme rimane sempre possibile.
Questo messaggio di speranza è veicolato attraverso una narrazione permeata da una buona dose di ironia. Il libro sorprende con parti inaspettate e risvolti comici, arricchendo la lettura. La presenza di tocchi di humour nero non solo non guasta, ma aggiunge un elemento intrigante, rendendo la fruizione del libro un’esperienza di continua scoperta. Gli autori, con maestria, inseriscono elementi umoristici anche nelle situazioni più complesse, conferendo al testo una leggerezza che si combina in modo armonico con la profondità dei temi trattati. Quest’approccio unico non solo intrattiene il lettore ma offre anche una prospettiva più leggera e gestibile sui conflitti relazionali, contribuendo a rendere Tango un’opera equilibrata e coinvolgente.