TROPE E TEMI: forbidden friendship, redemption arc, personaggi grigi, confessioni di un assassino, disturbi mentali, realismo fantasy, mitologia e religione, drammatico, denuncia sociale, pena di morte, prison setting
Numero pagine:390
AUTOCONCLUSIVO
Trama
Eckhard, guardia carceraria, gestisce il braccio dei condannati a morte nella città di Castra Nova, nel freddo nord d’Euronia. Una tempesta di neve minaccia i giorni di fine inverno dell’anno 1180 e.R., quando gli viene consegnato un detenuto imbavagliato, il sangue che gli cola dal mento. Ha sfigurato una guardia, dicono. È irrecuperabile. Eppure quello, con gli occhi, gli sorride. Ed Eckhard sa di non avere scampo. Il tempo scorre implacabile. Solo pochi giorni per trovare un contatto con Caesar, l’assassino ossessionato dal culto delle lune e dai corvi, e scegliere se farsi recettore di tutti i suoi peccati. Un compito che Eckhard non si aspettava di ricevere, ma che sente di dover assolvere: per la redenzione di un condannato a morte e, forse, anche per la propria. Un assassino, una biografia maledetta e un corvo cieco: i tre componenti che cambieranno la vita di un uomo e metteranno in discussione tutte le sue convinzioni su religione, giustizia e colpevolezza. Ma che faranno anche nascere un’amicizia impossibile e immortale.
Se sei una persona con la fiamma viva, forse avrai la tentazione di attribuirmi rimorsi: non lavoro più bene perché, dopo il Corvo, ho visto di cosa sono capace e non sono più in grado di ripeterlo, non a cuor leggero. Forse è così. Vorrei credere che lo fosse. Ma temo, amico o amica mia, che tu stia leggendo troppo tra queste righe d’inchiostro e sangue. Forse sono invecchiato, il corpo non mi risponde bene come quando avevo vent’anni. Forse sono solo stanco. Non lo so. A questo punto, è meglio che lo decida tu per me. Vedici quello che vuoi.
Trecento Danze
Recensione
“Trecento Danze” è un romanzo di genere dark fantasy che si distingue per la sua profonda introspezione e la capacità di affrontare temi complessi come la ricerca di redenzione e la pena di morte. L’opera di Giulia Calligola ci immerge in un mondo cupo e intenso, dove vita e morte, religione e politica si intrecciano in un racconto ricco di sfumature. La storia si concentra su una “forbidden friendship”, priva di una storia d’amore, e presenta personaggi grigi e complessi, tra cui un assassino professionista, che contribuiscono a creare un’atmosfera cupa. È importante che siate consapevoli che ci sono tematiche delicate e potenzialmente disturbanti.
La storia si sviluppa in un arco temporale di sole due settimane, un fattore che conferisce al romanzo una struttura particolare e coinvolgente. Qui non abbiamo una storia d’amore, ma una storia di amicizia. I protagonisti, Eckhard e Caesar, incarnano due mondi apparentemente opposti: Eckhard, un carceriere e padre di famiglia, e Caesar, un assassino singolare e irrazionale. La loro interazione non è solo un dialogo tra diverse esistenze, ma un vero e proprio scambio di esperienze e riflessioni che arricchisce entrambi i personaggi, rendendo la narrazione intensa.
«Un buon uomo come te concederebbe a quest’umile prigioniero di liberargli almeno una mano. Per mangiare con dignità, eh?» Lo disse atteggiandosi miserevole e pentito, in modo tanto esagerato da non dare adito a dubbi sul fatto che non intendesse davvero sembrarlo. Era una presa in giro. Eckhard sorrise affilato, imitò il suo inclinare la testa, come uno specchio. «Non tirare troppo la corda, ora. Puoi abbassarti e mangiarlo con la bocca, a morsi. Sembra che quello ti riesca bene.» «Caesar ha mascelle abili e denti sani, sì.» Non diede nemmeno il tempo a Eckhard di stupirsi del fatto che parlasse di sé in terza persona, perché si abbassò, nella sua maniera agile e flessuosa, e tornò seduto a terra a gambe incrociate. «Gustoso anche il tuo amico, comunque. Knut. Stavano cercando i pezzi, ma puoi dire loro di lasciare perdere, non li troveranno. A ben pensarci, hm…» Alzò lo sguardo, sorrise sereno. «Non ho molta fame. Sono pieno.»
Trecento Danze
Ciò che colpisce maggiormente è la capacità dell’autrice di caratterizzare i suoi personaggi, non solo i protagonisti, ma anche quelli secondari, che si rivelano essenziali per lo sviluppo della trama. Ogni personaggio è tratteggiato con cura, rendendo impossibile non affezionarsi anche a chi commette azioni discutibili.
Il linguaggio utilizzato è ricco e ben articolato, una vera e propria evoluzione rispetto alle opere precedenti dell’autrice, che dimostra una crescente abilità nella scrittura. La penna di Giulia ha una forza evocativa che riesce a trasmettere emozioni intense. Ogni pagina invita alla riflessione e il lettore si trova a confrontarsi con questioni etiche e morali.
“Trecento danze” non è semplicemente un seguito de “La Bellezza del Vuoto”: è un’opera autonoma che può essere letta anche senza aver affrontato il precedente romanzo. Tuttavia, per chi ha già conosciuto i personaggi, questo libro offre una nuova prospettiva e una maggiore comprensione del loro mondo.
In conclusione, “Trecento danze” è un romanzo da leggere assolutamente se si ama il dark fantasy: un vero e proprio viaggio letterario emozionante e complesso.
So di assassini che uccidono solo per livore, e non li comprendo. Le mie prime danze, quelle d’odio, sono anche quelle che mi appagano meno. In seguito, ho sempre cercato una connessione con le mie vittime, anche quelle lavorative: mandare alla Dea persone interessanti, che ammiravo e apprezzavo, era infinitamente più soddisfacente. Sono proprio le tonalità dell’anima a differenziare le vittime umane dagli animali, dopotutto: se mi fosse bastato banalmente togliere la vita a qualcosa, avrei anche potuto limitarmi a falciare lattuga.