Autore: Michelle Kulwicki
Casa editrice: Rizzoli
Genere: Fantasy
Numero pagine: 408
AUTOCONCLUSIVO
Trama
È già passato un anno dall’incidente che gli ha cambiato la vita, ma Bastian è ancora tormentato dal senso di colpa, dagli attacchi di panico e dallo stesso incubo: lui che guida, l’auto che si capovolge, sua madre che muore mentre lui rimedia solo qualche graffio. Come sua madre, adora i libri, l’odore della carta, le storie, ma nemmeno nella vecchia libreria che sta rimettendo a nuovo riesce a sentirsi felice. Una notte, il marchio della morte che tormenta i suoi sogni lo trascina di fronte a Zan, ai confini del fiume Stige. Zan è un catalogatore di anime, accoglie i defunti nel limbo tra la vita e la morte, li registra, ne archivia i ricordi per poi consegnarli al Traghettatore Caronte. A Zan mancano solo sei mesi per spezzare la sua maledizione e tornare a vivere, quindi registrare l’anima di Bastian e dimenticare che sia mai esistito dovrebbe essere semplice. Eppure, quando lo segue attraverso i suoi ricordi di dolore e speranza, Zan si rende conto che non è pronto a lasciare che Bastian muoia. Ben presto, Zan dovrà decidere se è disposto a rinunciare alla libertà per salvare Bastian, e Bastian dovrà capire se è disposto a continuare a vivere a costo di perdere Zan. Con un’intervista esclusiva all’autrice.
<<Mi condurrai mai dall’altra parte del fiume?>>
Ai confini del fiume Stige. La Biblioteca di Daphne
Zan strinse più forte. <<Mi mancheresti troppo.>> mormorò.
Recensione
Questo romanzo affronta temi di grande intensità, come il dolore derivante da un lutto e la complessa gestione dello stress post-traumatico. L’autrice, con una sensibilità straordinaria, riesce a trattare queste tematiche con una delicatezza unica.
I protagonisti di questa storia sono due: Bastian, un giovane studente delle superiori che vive il trauma della perdita della madre in un tragico incidente d’auto, e Zan, l’assistente indebitato del Traghettatore Caronte, il quale ha scambiato la propria vita per quella di sua madre. Le loro strade si incrociano quando Bastian inizia a frequentare l’ufficio di Zan, poiché il Traghettatore ha deciso che il giovane è destinato a morire.
Con 499 anni di servizio già alle spalle e solo un anno rimasto, Zan si trova di fronte a una sfida cruciale: se non riuscirà a guidare l’anima di Bastian attraverso il fiume Stige, non avrà mai la possibilità di riavere indietro la sua vita. Tuttavia, Bastian potrebbe rivelarsi un sacrificio degno di tale prezzo. La narrazione si dipana quindi tra scelte difficili, speranza e un legame inaspettato, in un viaggio che esplora il confine tra vita e morte.
Il ritmo degli eventi non è particolarmente incalzante e, in alcuni frangenti, ho avvertito una certa lentezza. La narrazione si concentra maggiormente su Bastian rispetto a Zan, i cui modi di affrontare il dolore sono molto diversi. Personalmente, non ho trovato Bastian un protagonista molto accattivante: è bloccato nella sua sofferenza e, spesso, diventa un peso per chi gli sta intorno. Sebbene riconosca la sua credibilità nel modo in cui affronta il lutto, questo non è riuscito a farmelo apprezzare come personaggio principale. Al contrario, ho trovato Zan più forte e ho visto in lui un riflesso del mio modo di gestire il dolore e la perdita di una persona amata.
I personaggi secondari, in particolare gli amici di Bastian, sono ben caratterizzati e svolgono ruoli diversi all’interno della storia, alcuni dei quali risultano più rilevanti di altri. Ho provato una profonda empatia per Dorian, il fratello gemello di Bastian, il quale si impegna costantemente per avvicinarsi a lui e condividere il proprio dolore in modo autentico.
La critica principale riguarda la storia d’amore nel racconto, che non ha soddisfatto appieno le mie aspettative. Sebbene ci sia un elemento romantico, la trama si concentra maggiormente sul percorso di guarigione di Bastian. Avrei desiderato una maggiore profondità nella relazione tra Bastian e Zan; ci è voluto molto tempo prima che iniziassero a conoscersi e, successivamente, tutto è sembrato piuttosto affrettato. Non ho percepito il momento in cui le loro emozioni hanno cominciato a crescere.
Il finale è stato quello che mi aspettavo; era inevitabile che le strade dei due protagonisti terminassero in quel modo, ma ha fatto comunque male leggere gli ultimi capitoli del romanzo.
Nonostante ciò, consiglio a chiunque di provare questo libro. Ritengo che valga sicuramente la pena leggerlo, soprattutto se si apprezzano le storie dolceamaro.
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