Autore: Lelio Bonaccorso
Casa editrice: Tunué
Genere: Graphic novel
Numero pagine: 160
Trama
Dina e Jacques appartengono a due famiglie, due mondi e due culture differenti, eppure questo non impedisce loro di innamorarsi. Come potranno però vivere il loro amore, quando messinesi e francesi cercano la reciproca morte? Finzione e realtà storica si intrecciano perfettamente in un graphic novel che ci restituisce l’importanza di tematiche centrali, ieri come oggi: il pregiudizio secondo cui lo straniero rappresenta il pericolo, e l’amore come motore per il raggiungimento della salvezza
Recensione
Questa storia è basata su fatti storici realmente accaduti mille anni fa e le protagoniste sono due donne. Ora penserete che siano state messe lì a caso e invece no.
Il racconto della rivoluzione del Vespro è uno dei pochi arrivati a noi con due donne come protagoniste, in un mondo ancora più maschilista del nostro, hanno guidato la rivolta contro gli Angioini. Oggi Dina e Clarenza sono il simbolo di Messina, rimanendo loro stesse e comportandosi da donne forti e coraggiose, sono riuscite a salvare la città e la loro storia è conosciuta da tutti in Sicilia.
Grazie a Lelio Bonaccorso possiamo conoscerla anche a noi ed è riuscito a romanzare la storia senza stereotipare nessun personaggio. Ha dato voce ai messinesi permettendoci di vivere gli eventi dall’interno e farci immaginare cosa potessero pensare e vivere davvero.
Per capire di cosa parliamo dobbiamo tuffarci nella Sicilia del 1266, passata da un dominatore all’altro che lascia il popolo morire di fame e lo priva di onore e libertà.
Il fumetto si apre con due bambine siciliane che giocano con un bambino francese. Per un malinteso, il fratello di una di loro picchia il bambino per difendere la sorella dallo “straniero” e questo porterà a un risvolto importante nella storia.
Questo non solo funge da elemento scatenante per le vicende avvenire, ma anche da anticipazione sulle dinamiche della storia, delle azioni dell’individuo singolo che hanno ripercussioni e influenza sul gruppo, e viceversa.
Dieci anni dopo, la Sicilia è sempre più in ginocchio e aumenta il malcontento. Dina è una donna forte e forse un po’ avventata. La sua vita si intreccia con quella di Jacques e il sentimento che nasce tra di loro è profondo, ma sono destinati a percorrere tante avversità.
Clarenza è un’amica fidata e una spalla su cui si può contare. I dialoghi sono toccanti e i personaggi affrontano temi molto attuali, come la sopraffazione del più debole, le ingiustizie sociali, l’accettazione dell’altro, il bisogno di emancipazione e il coraggio di un popolo che anche se messo alle strette non smette di esistere e di lottare.
Si fa un rapido salto anche a vedere da vicino gli invasori. Non mancano le scene violente e combattimenti.
La cura messa nei disegni e nei dettagli ci aiuta ancora di più a provare empatia. Le espressioni dei personaggi riescono a trasmettere appieno le emozioni che stanno provando: la tristezza, la rabbia, la colpa per aver commesso un errore imperdonabile, la paura di morire, il coraggio di credere nei propri valori.
Gli abiti messinesi di quel periodo sono molto curati, anche se lo stile di disegno non è realistico, si vede tutto lo studio e il lavoro che c’è dietro.
Il ritmo della narrazione è veloce e incalzante. Non troverete pagine troppo piene di dialoghi, ma una piacevole alternanza di racconto e pause per assaporare le scene attraverso i disegni.
Mi è piaciuto tanto come sono state trattate le vicende familiari dei protagonisti, mi è scesa una lacrimuccia a leggere alcune scene e le ho trovate davvero dignitose.
Ho apprezzato il poter leggere la storia su un avvenimento storico reale insieme a un racconto pieno di coraggio, orgoglio umanitario e femminile.
Quello che forse ho apprezzato di più è come attraverso la storia emergano così tanti messaggi importanti in modo assolutamente naturale, raccontando una realtà del passato, che purtroppo ha ancora troppe similitudini con il presente.
Abbiamo bisogno di più libri con personaggi femminili forti, perché le donne lottano per tutta la vita, ma non sono vittime, sono guerriere.
Consiglio questa opera a chi ama conoscere da vicino i personaggi. A chi vuole leggere una storia che ha radici antiche e trasmette un messaggio di speranza.