Autore: Mina Tedesco
Casa editrice: Giovane Holden Edizioni
Genere: Narrativa, mistery, soprannaturale
Numero pagine: 104
Trama
A causa di una terribile insonnia, Lydia è incapace di distinguere tra sogno e realtà. James, il suo fidanzato, è scomparso, ma a causa dello stato confusionale in cui versa, Lydia non ricorda da quanto tempo sia successo e attende il suo ritorno. Su consiglio di un amico, acquista un amuleto, una collana con un ciondolo raffigurante la ruota di Ecate, divinità misteriosa legata alla luna e al mondo dei morti, in grado di permettere o rifiutare il passaggio delle anime da una dimensione all’altra. Quella stessa notte, il giradischi si accende, svegliandola: Lydia crede che James sia tornato e così si precipita in salotto ma non c’è nessuno. Mentre questo accade, la riproduzione del metronomo di Ray che James ha costruito per lei, smette di oscillare come se il tempo si fosse fermato. Lydia si convince presto di aver avuto un’allucinazione, ma dopo aver trovato una chiave nel suo appartamento e un biglietto in cui James le dà indicazione di usarla nel caso lui ritorni, non sa più a cosa credere. A questo evento si susseguono visioni surreali, un incedere allucinatorio di eventi inspiegabili che la trascinano in un labirinto di domande irrisolte segretamente custodite nella disperata speranza di ricongiungersi all’uomo che ama. Intanto James si risveglia in un luogo misterioso, frastornato da una forte amnesia. Guidato da uno sconosciuto, inizia a vagare in un labirinto tortuoso senza sapere dove siano diretti. Possono due amanti rincorrersi per sempre in un labirinto che annulla i confini tra il mondo della veglia e quello dei sogni?
Recensione
“Il labirinto di Ecate” è il libro di esordio di Mina Tedesco che ci porta dentro un vero e proprio labirinto di parole, pagine e immaginazione.
La protagonista, Lydia, vive un senso di torpore, di confusione: l’amore della sua vita, James, è scomparso e lei non riesce a capire dove sia o cosa sia successo. Lydia vive una sorta di allucinazione e niente intorno a lei è come sembra, come se dalla prima pagina, fosse tutto una visione, un grande incubo.
Più andiamo avanti nella lettura, più ci rendiamo conto di avere la sensazione di essere davvero in un labirinto, come se Lydia passasse da una stanza all’altra della sua mente, tra ricordi spaventosi, immagini impressionanti e visioni surreali.
A tratti mi è sembrato di essere tra i corridoi dell’Overlook Hotel di “Shining”.
I personaggi del libro, gli amici e conoscenti di Lydia e James, sono strambi e bizzarri, con comportamenti insoliti anche derivanti dal fatto che la maggior parte di loro sono artisti eccentrici. Ed è proprio l’arte una delle protagoniste del libro. L’arte e la musica.
Entrambe sono descritte con moltissima attenzione ai dettagli e all’atmosfera, quasi fossero veri e propri personaggi con un loro ruolo e una loro storia parallela a quella di Lydia.
Il personaggio di James mi ha colpito particolarmente: è scomparso, ma resta presente e allo stesso tempo assente nella storia. Si ha la sensazione che ci sia, con ricordi e sensazioni di Lydia, ma sembra sempre sfuggente a noi lettori.
Il punto forte del libro è senza dubbio la scrittura di Mina Tedesco. È evocativa e immersiva, a tratti ipnotica. È impossibile non restarne affascinati.
Per tutta la lettura di “Il labirinto di Ecate” non capiamo se siamo in un sogno o nella realtà, cosa sia vero e cosa no. Capire ciò che si ha di fronte non è facile per il lettore, che resta immerso nella confusione e nell’attesa di capire se sta leggendo il vero o l’immaginario di Lydia.
Ma questo libro è molto di più, vuole parlarci di qualcos’altro: la perdita, l’abbandono, la difficoltà di andare avanti, la negazione. Parla del labirinto della vita, che può farci prendere strade diverse e poi incontrare tutti in uno stesso punto. Vi consiglio la lettura di “Il labirinto di Ecate”, ne rimarrete coinvolti e incantati.
Aggiungo una piccola curiosità: la bellissima copertina del libro è stata disegnata dall’autrice, Mina Tedesco.