Autore: Arianna Calandra
Casa editrice: I.D.E.A. – Immagina di essere altro
Genere: Fantasy
Numero pagine: 274
Trama
La Bottega delle Anime narra del potere dell’arte e dell’amore più vero, quello in grado di guarire le ferite più profonde. Una storia di coraggio e riscatto, che si muove senza sosta tra la Londra contemporanea e la Firenze dei Medici. Margherita si è lasciata alle spalle l’Italia e i propri problemi, o almeno così sperava. Ora vive a Londra insieme all’eccentrico Richard, cinquantenne amico di famiglia, e lavora come restauratrice presso la National Gallery. La mostra dedicata a Holbein, pittore cinquecentesco, è alle porte quando lei entra in possesso di un dipinto che suppone essere una delle opere perdute dell’artista. Durante il restauro del quadro inizia ad avere strani disturbi del sonno, simili a visioni che la portano a viaggiare nella Firenze del Rinascimento, nei panni di Loris, un aspirante pittore. Cosa le sta accadendo? È il quadro a causare tutto questo?
Recensione
Avevo già letto la saga di La forma della Luce di Arianna Calandra (qui per la recensione del primo), e mi aveva affascinata moltissimo. Dopo questo libro, di un genere simile ma per molti aspetti completamente diverso, posso confermare che al momento è la mia autrice IDEA preferita.
Una cosa importante che si deve tenere a mente quando ci si approccia a La Bottega delle Anime è che NON si tratta di un fantasy convenzionale. Avrei tanto voluto trovare un sottogenere in cui infilarlo, per aiutarvi a comprenderlo; la cosa più vicina che ho trovato è stata il fantasy onirico, ma anche questa definizione non è così precisa, perché lascia fuori la connotazione storica che è invece centrale in questo libro. Se cercate maghi, elfi, incantesimi mozzafiato o mondi paralleli, sicuramente non li troverete qui, ma se invece volete leggere un qualcosa di assolutamente nuovo e originale, beh, siete al posto giusto!
Ma cosa mi è piaciuto di questo libro?
Per primissima cosa lo stile. Arianna ha una penna molto delicata, ma non per questo evita di trattare argomenti impegnati. In questo libro è trattato con molta delicatezza un tema delicato come quello dei DCA, disturbi del comportamento alimentare, in particolare l’anoressia e la bulimia. Nonostante l’importanza del tema trattato, l’autrice riesce a dargli il giusto peso ed il rispetto che merita senza però appesantire la narrazione, cosa che rende il libro fruibile anche da chi potrebbe avere una leggera vulnerabilità all’argomento. La delicatezza pervade tutta la narrazione, con scelte lessicali sempre appropriate anche nella descrizione dei sentimenti dei personaggi, che sono sicuramente molto intensi.
Un altro punto che mi ha decisamente convinta è stata l’accuratezza delle informazioni riportate nel testo. Il libro è fortemente incentrato sulla storia dell’arte, soprattutto sul tema del restauro, e dalle pagine traspare che l’autrice ne sa molto sull’argomento e che si è impegnata al massimo per fornire al lettore informazioni corrette ed accurate. Personalmente, durante la lettura ho scoperto che per autenticare un quadro bisogna fargli la radiografia (io non lo sapevo, e voi?)! Anche la ricostruzione storica della Firenze del Cinquecento mi è sembrata estremamente veritiera (non sono un’esperta in storia quindi non posso dare un parere troppo oggettivo, quella che leggete è la mia opinione da laica): personalmente, mi sono trovata anche io a passeggiare nelle strade un po’ sporche e decisamente affollate, ad annusare le spezie al mercato e a toccare i pigmenti da usare per i quadri. L’accuratezza delle informazioni riportate è anche ravvisabile nelle note dell’autrice inserite alla fine del romanzo, dove Arianna cita le sue fonti e spiega al lettore quali fatti siano effettivamente accaduti e quali siano frutto della sua fantasia.
Per quanto riguarda l’ambientazione moderna, anche la Londra dei giorni nostri vive intensamente tra le pagine del libro. I nomi delle strade, delle fermate della metropolitana ed ovviamente dei musei mi hanno fatto respirare un’aria british condita di smog ed artisti di strada, confermando le alte capacità descrittive ed evocative dell’autrice.
L’unica nota che non mi ha convinta al cento per cento è stata la caratterizzazione di uno dei personaggi, che ho trovato un po’ sbrigativa se consideriamo che, pur non essendo uno dei protagonisti, ha una parte decisamente importante all’interno del libro. Al contrario, un altro personaggio secondario mi ha rubato il cuore: la nonna della protagonista. Nel rapporto di Margerita con la sua nonna ho rivisto molto di quello che ho io con la mia, e mi ha strappato un sorriso più e più volte durante la lettura.
In conclusione, consiglio questa storia a chi cerca una bella storia d’amore anche un po’ struggente (che sia LGBTQ+ oppure no, qui c’è materia per tutti) con tinte fantasy, a chi vuole un libro che parla di riscatto, di coraggio, e perché no, anche di fallimento, perché anche quello è un elemento imprescindibile della vita.
Come ormai spesso faccio, vi lascio di seguito un paio di trigger warning per la sicurezza di tutti.
Trigger warning: DCA (anoressia, bulimia), disturbo da stress post traumatico.