Autore: Giuseppe Donato
Casa editrice: BookTribu
Genere: Narrativa
Numero pagine: 174
Trama
La storia si sviluppa a Venezia nell’arco di una decina di giorni. Giacomo è in preda a una grave depressione: si sente colpevole per non essere riuscito a evitare la morte della compagna Anna, incinta della loro figlia, e decide di togliersi la vita gettandosi dal balcone. Ma proprio nel momento cruciale un gabbiano in volo sbatte contro il suo viso e lui cade all’indietro sul terrazzo, perdendo i sensi. Quando rinviene, trova assicurato a una zampa dell’uccello un bigliettino cui qualcuno ha affidato la pressante richiesta di un appuntamento. Ha solo dieci giorni di tempo per scoprire il mittente.
“Certi sogni sono così reali che al risveglio serve un po’ di tempo per decidere da quale parte sta il mondo.”
Recensione
“Ti aspetto domani, solita ora a campo S. Giacomo da L’Orio. Ci sarò solo per dieci giorni. Ti prego“. Questa è la frase che salva letteralmente Giacomo, giovane medico, da un tentativo di suicidio. O meglio, lo fa il gabbiano a cui è legato un biglietto che contiene questa frase. Perché Giacomo ha perso la compagna Anna e la figlia che aspettavano appena cinque mesi prima e la sua vita non ha più senso, non vale più la pena viverla.
Ma poi arriva quel gabbiano, che gli finisce contro proprio mentre Giacomo sta per saltare nel vuoto, e lo salva. Giacomo ora ha uno scopo: scoprire chi ha scritto quel biglietto.
Ed è qui che prende il via la storia e, anche, la seconda vita di Giacomo. Perché grazie alla sua ricerca, grazie a questo nuovo proposito, l’uomo esce di casa, ha una ragione per alzarsi la mattina, ha qualcosa a cui pensare e su cui concentrarsi. Questo mistero lo allontana sempre di più dall’idea di farla finita.
Ogni persona che Giacomo incontra nella piazza dell’appuntamento, in quel piccolo angolo di Venezia, gli regala qualcosa, perché questi semplici sconosciuti presto diventano amici, e ognuno di loro lo allontana sempre di più dalla tristezza raccontando a Giacomo un pezzo di sé. Condividono con lui gioie, dolori, brutte esperienze, piccoli traguardi, tutte cose che la vita porta con sé inevitabilmente. Tutte cose che fanno capire a Giacomo che la vita merita di essere vissuta.
Sono proprio questi sconosciuti che ci vengono presentati e che Giacomo incontra a guidarlo fuori dal baratro: il vecchio e saggio Quercia, la misteriosa Noemi, la bella Francesca, Angelo il collega medico e la piccole e fragile Leila.
Ma soprattutto c’è Martin, il gabbiano, diventato quel qualcosa e qualcuno di cui prendersi cura che serviva a Giacomo per rialzarsi.
Vite e persone che fino a un attimo prima erano fuori dalla sua vita, improvvisamente diventano importanti, diventano parte delle sue giornate e della sua quotidianità.
La scrittura di Giuseppe Donato è scorrevole e ha uno stile fluido. Riesce a raccontare pezzetti e stralci di vita con grande delicatezza e sensibilità. Ogni personaggio, ogni incontro regala anche a noi qualcosa su cui riflettere. Il finale lascia anche spazio alla commozione e sorge spontaneo il sorriso che conclude ogni viaggio emozionante.
Inoltre ho apprezzato molto la grande rilevanza che viene data alla musica nel romanzo. Vengono citate varie canzoni che accompagnano il protagonista durante tutta la sua personale rinascita. Lui usa la musica come via di fuga, come amica e compagna, come aiuto. E ci ricorda che non bisogna mai sottovalutare il potere della musica.
“L’appuntamento” è un romanzo sull’importanza di riuscire ad affrontare un lutto, per capire che lì fuori c’è ancora molto da vedere, sull’avere uno scopo per svegliarsi un giorno alla volta. È un romanzo che parla dei dolori e delle sofferenze che la vita ci mette di fronte, ma ci dimostra che questi ostacoli possono essere superati, soprattutto aprendo il nostro cuore agli altri. Ogni persona affronta delle difficoltà che tiene per sé, ma dividerle con altri rende tutti più forti.
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