Autore: Francesco Lorusso
Casa editrice: Helicon
Genere: Storico
Numero pagine: 268
Trama
Gneo Giulio Agricola, discendente del grande conquistatore della Gallia, Giulio Cesare. Iniziò il suo Cursus Honorum come Tribuno militare e attendente del governatore Svetonio Paolino e fin dalle prime campagne militari si distinse per arguzia, tanto da essere considerato il protetto degli Dei. Partecipò alla missione che lo consacrò come Eroe quando massacrarono i feroci sacerdoti del sangue conosciuti come druidi in occasione della festa del dio Lud, presso l’isola di Mona (odierna Anglesey). Ma la battaglia più grande che dovette affrontare fu la rivolta in massa dei Celti contro il dominio romano e/o le popolazioni filoromane tanto che le conseguenze degli eventi ebbero dei risvolti riconducibili ai giorni nostri.
Recensione
Gneo Giulio Agricola è una persona reale che ha contribuito all’espansione dell’impero Romano nella Britannia.
Non entrerò nel merito dei riferimenti storici perchè non sono esperto, ma si percepisce che l’autore ha fatto ricerche per questo lavoro.
Mi concentro sulla storia di questo libro (s minuscola, che ci si confonde subito altrimenti).
Si sente per tutto il libro che la base delle vicende sono gli eventi storici da cui è tratta, il problema è che non riesce a spiccare il volo perchè si concentra troppo su di essi.
Quando si scrive un romanzo storico si hanno poche libertà, se si devia su vicende fittizie diventa ucronia quindi si ha le mani legate. Agricola deve andare in Bretannia e vincere le guerre che ha vinto, altrimenti tutto il castello crolla.
Quello che si può fare è romanzare su rapporti, dialoghi e persone fittizie. Cosa che Lorusso ha fatto inserendo certi personaggi.
Ma sembra sempre con il freno inserito.
Lo stile di scrittura che passa dalle descrizione di eventi a dialoghi che sono botta e risposta fra due o più interlocutori smorzano molto l’immersività nella storia.
Si vedono gli elementi storici ma non si sentono i personaggi.
Il personaggio di Isa riesce a salire in superfice ma è Agricola che non sembra riuscire a diventare tridimensionale.
Fa quello che storicamente ha fatto ma non si riesce a vedere l’uomo con le sue difficoltà, dubbi, debolezze e doti. Elementi che sono accennati in conversazioni ma sembrano caratteristiche riferite da altri più che suoi vissuti
L’ho percepito come la fase ibrida che fa passare da un saggio a un romanzo, personaggi che sono lì e fanno cose ma non il trasporto nel volervi vedere riuscire o temere che falliscano.
Un potenziale grandissimo ma che non riesce a spiccare il volo.