Autore: Carlos Ruiz Zafón
Casa editrice: Mondadori
Genere: Narrativa, Mistero, Thriller
Numero pagine: 819
Saga: Tetralogia del Cimitero dei Libri Dimenticati
Trama
Barcellona, fine anni ’50. Daniel Sempere è cresciuto, tormentato dal mistero che avvolge la morte di sua madre e che lo ha gettato in un abisso dal quale la moglie Bea e il fedele amico Fermín stanno cercando di salvarlo. Proprio quando Daniel crede di essere arrivato a un passo dalla soluzione dell’enigma, un complotto ancora più oscuro e misterioso di quello che avrebbe potuto immaginare si estende fino a lui dalle viscere del Regime. È in quel momento che fa la sua comparsa Alicia Gris, un’anima emersa dalle ombre della guerra, per condurre Daniel al cuore delle tenebre e aiutarlo a svelare la storia segreta della sua famiglia, anche se il prezzo da pagare sarà altissimo.
Recensione
Ho da poco concluso la mia rilettura della tetralogia del “Cimitero dei libri dimenticati”, scritta da Carlos Ruiz Zafón.
L’ultimo libro, “Il labirinto degli spiriti”, prende una strada totalmente inaspettata e ci fa conoscere dei nuovi personaggi tra i quali c’è Alicia, una giovane donna misteriosa, con un lavoro in cui è bravissima, un mentore fin troppo pressante e dei dolorosi ricordi della sua infanzia. Alicia e il collega Vargas, capitano della polizia di Madrid, vanno a Barcellona per indagare sulla scomparsa del ministro Valls. Quel Mauricio Valls che noi avevamo incontrato nel libro “Il prigioniero del cielo”.
Irrimediabilmente l’indagine porta i due nel pieno della storia del Cimitero, con i suoi scrittori maledetti, i suoi libri dimenticati e quell’unico punto in comune: la libreria Sempere e figli.
Mano a mano che si legge il libro, mentre le pagine scorrono, si ha sempre più la sensazione di vedere un grande puzzle completarsi davanti ai nostri occhi. Le tessere vanno al loro posto, i dubbi trovano soluzione, ogni dettaglio acquista un senso.
Oltre alla trama geniale e ricchissima, Zafón ha creato dei personaggi indimenticabili. Ce li ha presentati nei tre libri precedenti e in questo ultimo si sono riuniti e abbiamo capito in quale modo erano tutti collegati tra loro. Nessun lettore potrà dimenticare Daniel Sempere, David Martìn, ma soprattutto Fermìn Romero de Torres.
Altra grande magia di Zafón è riuscire a creare intorno al lettore un’atmosfera indescrivibile. La sua Barcellona cupa, oscura, ricca di pericoli dietro ogni angolo, di vicoli misteriosi e di case sinistre. Non sono mai stata personalmente a Barcellona, ma l’autore me l’ha raccontata così bene, che posso dire di averci fatto una vacanza grazie alle pagine di questo libro.
La mia impressione è che Zafón con “Il labirinto degli spiriti” abbia voluto chiudere tutte le porte aperte con i precedenti romanzi (“L’ombra del vento”, “Il gioco dell’angelo” e “Il prigioniero del cielo”) e questo ha portato il lettore a non essere subito coinvolto nella storia, ma mano a mano che si procede, vediamo il quadro completarsi.
Inoltre è riuscito a regalarci un luogo da sogno, un luogo dove ogni lettore vorrebbe andare almeno una volta: il Cimitero dei libri dimenticati. Nonostante le sue attente e accurate descrizioni di ogni dettaglio e luogo, non descrive mai accuratamente il Cimitero. Solo in questo ultimo libro ci ha regalato delle descrizioni su alcune delle stanze che lo compongono, sulle scale e i soppalchi. Perciò ho avuto come l’impressione che Zafón volesse lasciare che ogni lettore immaginasse da sé il Cimitero. Lui ci ha dato un’idea sommaria, ma poi ognuno di noi può esplorarlo con l’immaginazione e decidere come sono le stanze, quanti libri sono presenti, su quante poltrone potrebbe sedersi a leggere…
In conclusione, mi sento di consigliare tutta la tetralogia, che è innegabilmente un capolavoro.