Autore: Sarah J. Maas
Casa editrice: Mondadori (ed. originale: Bloomsbury)
Genere: Fantasy
Numero pagine: 408
Saga: acotar#1
Trama
“Un paio di occhi dorati brillavano nella boscaglia accanto a me. La foresta era silenziosa. Il vento non soffiava più. Persino la neve aveva smesso di scendere. Quel lupo era enorme. Il petto mi si strinse fino a farmi male. E in quell’istante mi resi conto che la mia vita dipendeva da una sola domanda: era solo? Afferrai l’arco e tirai indietro la corda. Non potevo permettermi di mancarlo. Non quando avevo una sola freccia con me.” Una volta tornata al suo villaggio dopo aver ucciso quel lupo spaventoso, però, la diciannovenne Feyre riceve la visita di una creatura bestiale che irrompe a casa sua per chiederle conto di ciò che ha appena fatto. L’animale che ha ucciso, infatti, non era un lupo comune ma un Fae e secondo la legge “ogni attacco ingiustificato da parte di un umano a un essere fatato può essere ripagato solo con una vita umana in cambio. Una vita per una vita”. Ma non è la morte il destino di Feyre, bensì l’allontanamento dalla sua famiglia, dal suo villaggio, dal mondo degli umani, per finire nel Regno di Prythian, una terra magica e ingannevole di cui fino a quel momento aveva solamente sentito raccontare nelle leggende. Qui Feyre sarà libera di muoversi ma non di tornare a casa, e vivrà nel castello del suo rapitore, Tamlin, che, come ben presto scoprirà la ragazza, non è un animale mostruoso ma un essere immortale, costretto a nascondere il proprio volto dietro a una maschera. Una creatura nei confronti della quale, dopo la fredda ostilità iniziale, e nonostante i rischi che questo comporta, Feyre inizierà a provare un interesse via via più forte che si trasformerà ben presto in una passione dirompente. Quando poi un’ombra antica si allungherà minacciosa sul regno fatato, la ragazza si troverà di fronte a un bivio drammatico. Se non dovesse trovare il modo di fermarla, sancirà la condanna di Tamlin e del suo mondo…
Recensione
Vi è mai capitato di mettervi a leggere un libro sapendo che quasi sicuramente non vi piacerà? Vi è mai capitato di essere smentiti?
Devo ammettere che quando ho iniziato a leggere questo libro l’ho fatto con aspettative bassissime (e forse questo ha aiutato). Avevo letto molte recensioni, sia positive sia negative, avevo sentito pareri di amici e amiche, e tutto mi aveva dato la stessa impressione: molto più spicy che fantasy, molto più trash che trama. E dato che non amo lo spicy, ed ancora meno il trash, la diagnosi era per me certa: un libro che non fa per me.
E invece, la situazione è stata ribaltata entro le prime cento pagine. In realtà, a ben rifletterci, il libro è esattamente come me lo aspettavo, ma anche assolutamente il contrario. La trama è carina, ma sicuramente non innovativa: a parte il fatto che dovrebbe essere un retelling de “La Bella e la Bestia” (non lo è), è possibile prevedere quasi ogni sviluppo della storia. Fin dai primi capitoli, si capisce abbastanza bene dove l’autrice voglia andare a parare; in particolare un indovinello che viene posto alla protagonista (Feyre) è risolvibile in meno di una decina di secondi (eppure lei ci si scervella…). La componente spicy è abbastanza presente (anche se forse meno di quanto mi aspettassi) e ovviamente i personaggi maschili sono tutti alti, muscolosi e bellissimi (risveglio ormonale in corso, Feyre darling?).
Ma quindi, cosa me lo ha fatto piacere?
Se dovessi dirlo in modo concreto, scientifico, non ne sarei capace. Quello che questo libro mi ha lasciato è stata una sensazione, un’emozione. Partiamo dal fatto che il mondo fantasy è sì semplice, ma questo lo rende chiaro e permette all’autrice di caratterizzare con attenzione gli elementi innovativi che inserisce nel world building, principalmente creature magiche (a me) precedentemente ignote. Inoltre, il modo in cui l’autrice descrive i personaggi attraverso gli occhi della protagonista li rende meno banali, lascia loro attorno una sorta di aura che li rende riconoscibili, lasciando un ombra sia tra le pagine sia nell’anima del lettore. Le dinamiche che si vengono a stabilire tra Feyre e i coprotagonisti mi hanno fatto ritrovare spesso con il batticuore e una sensazione di stupore anche quando questo non sembrava logico, dandomi sensazioni intense anche quando Feyre stava semplicemente scegliendo cosa indossare. Non so dire come questo accada, ma confrontandomi anche con altri lettori ho riscontrato che non è una sensazione che ho provato solo io.
Soprattutto per questi ultimi motivi, consiglio assolutamente la lettura del libro in lingua originale: ho letto alcuni passi in italiano, e l’atmosfera e le sensazioni suscitate sono molto smorzate, se non quasi assenti. La situazione è migliore nella nuova edizione (il “drago” della oscarvault, di cui trovare sotto il link per l’acquisto) rispetto a quella vecchia dei singoli romanzi, ma comunque il cambiamento di lingua smorza molto l’atmosfera magica e impalpabile che si percepisce durante la lettura in lingua (anche per questa trovate il link).
Quindi: consiglio questo libro? Sì, se quello che cercate è un’emozione, un’atmosfera, elementi di novità in un mondo ignoto ma famigliare al lettore medio di fantasy, o un fantasy con una storia d’amore coinvolgente. Se invece quello che cercate è una trama solida, personaggi ben approfonditi e un worldbuilding estremamente innovativo, forse non è il momento per questo libro. Se però siete come me, amanti del genere, magari in cerca di un po’ di svago e leggerezza, quello che posso consigliarvi è di darvi una possibilità.
Ve lo dico soprattutto sapendo cosa succede dopo, e quello che succede dopo merita.