Autore: Leigh Bardugo
Casa editrice: Mondadori
Genere: Fantasy
Numero pagine: 404
Saga: GrishaVerse #4
Trama
A Ketterdam, vivace centro di scambi commerciali internazionali, non c’è niente che non possa essere comprato e nessuno lo sa meglio di Kaz Brekker, cresciuto nei vicoli bui e dannati del Barile, la zona più malfamata della città, un ricettacolo di sporcizia, vizi e violenza. Kaz, detto anche Manisporche, è un ladro spietato, bugiardo e senza un grammo di coscienza che si muove con disinvoltura tra bische clandestine, traffici illeciti e bordelli, con indosso gli immancabili guanti di pelle nera e un bastone decorato con una testa di corvo. Uno che, nonostante la giovane età, tutti hanno imparato a temere e rispettare. Un giorno Brekker viene avvicinato da uno dei più ricchi e potenti mercanti della città e gli viene offerta una ricompensa esorbitante a patto che riesca a liberare lo scienziato Bo Yul-Bayur dalla leggendaria Corte di Ghiaccio, una fortezza considerata da tutti inespugnabile. Una missione impossibile che Kaz non è in grado di affrontare da solo. Assoldati i cinque compagni di avventura – un detenuto con sete di vendetta, un tiratore scelto col vizio del gioco, uno scappato di casa con un passato da privilegiato, una spia che tutti chiamano lo “Spettro”, una ragazza dotata di poteri magici -, ladri e delinquenti con capacità fuori dal comune e così disperati da non tirarsi indietro nemmeno davanti alla possibilità concreta di non fare più ritorno a casa, Kaz è pronto a tentare l’ambizioso quanto azzardato colpo. Per riuscirci, però, lui e i suoi compagni dovranno imparare a lavorare in squadra e a fidarsi l’uno dell’altro, perché il loro potenziale può sì condurli a compiere grandi cose, ma anche provocare grossi danni…
Recensione
Siamo giunti alla perla del Grishaverse.
Il momento in cui la Bardugo mostra di saper elaborare i personaggi principali.
L’attimo in cui le relazioni amorose sono marginali, fanno da condimento e non da piatto principale.
Siamo alla duologia di sei di corvi!
O, come la chiamo io, “Ocean Eleven ma con protagonisti più traumatizzati”.
Nella cupa Ketterdam ci sono molte bande criminali, da quella maggiori a quelle minori e ognuna con un proprio giro d’affari.
La storia si concentrerà sulla banda degli scarti, o meglio sul loro Capo non Capo Kaz che verrà ingaggiato per espugnare la più grande e impenetrabile fortezza del mondo, prendere un prigioniero, uscire senza farsi scoprire e portarlo dal suo cliente… il tutto con poche persone e per un sacco di soldi.
Tutto ciò perché il prigioniero conosce la formula per una potente droga.
Bello questo romanzo heist, vero? Beh è un fantasy con magia e la droga potenzia le capacità dei Grisha… un fantasy heist quindi? Esiste? Beh ora sì!
Il nostro protagonista, il quale è il più duro dei duri e il più tosto dei tosti con un grande desiderio di soldi, e non è Paperon de’ Paperoni, so che può confondere, dovrà mettere insieme gli elementi più adatti a questo colpo.
Ci riuscirà?
Il piano funzionerà?
Riuscirà a espugnare Mordor?
Scopritelo leggendolo, mica sono qui per fare spoiler.
In questo libro, finalmente, i protagonisti sono carismatici e non vuoi prenderli a schiaffi due a due fino a quando sono dispari.
Il cattivo c’è e non c’è perché quando i protagonisti sono antieroi che devono fare un colpo è già l’universo che gli si mette contro.
Personaggi ben caratterizzati e interessanti, ognuno con un passato traumatico che fa empatizzare e non provare pena.
Al contrario di LampAlina, che al terzo “ma io sono solo un’orfana” ti viene da dire “e chissenefrega Alina! Hai il bono della storia che ti vuole, prendilo e fatti una famiglia allora!!”.
La trama prende e mantiene un buon ritmo fra l’azione e i flashback di approfondimento dei personaggi, gli interessi amorosi sono latenti ma non preponderanti, tranne per Nina e Matthias ma nel loro caso glielo si perdona visto che lo racattano da una prigione che fa passare il peggior bar nel peggior quartiere di Caracas un localino molto elegante per farci un apericena.
Credo che si capisca la gravità dalla situazione se è peggio di un posto che usa il termine “apericena”.
L’ambientazione è molto diversa rispetto alla trilogia di Tenebre e Ossa, permettendo così di vedere un ambiente e degli usi diversi, il focus è la criminalità e il fatto che nessuno è veramente buono.
Ci si innamora dei personaggi e delle battute che si scambiano in continuazione.
La magia è minore rispetto alla trilogia, portando così a vedere la storia dal punto di vista di chi non è grisha.
Personaggi estremamente umani nei loro difetti e mancanze che diventano il punto di forza del loro carisma.
Leggete questo libro, anche perché non è necessario aver letto la trilogia per poterne godere.
Dimenticavo la cosa più importante: NON C’È QUELLA CAVOLO DI BILLY LA CAPRETTA PER CUI SEMBRATE TUTT* ESSERE IMPAZZIT* GUARDANDO LA SERIE!!!!