Autore: Odiblue
Casa editrice: Another Coffee Stories Editore
Genere: Low Fantasy, avventura, romantico
Numero pagine: 511
Saga:
Trama
Nella Cittadella di Byen Bor, Vind, una sguattera che serve l’Istituto, passa le giornate a lavare le vesti al fiume, in attesa che suo fratello ‘Sun torni dalla guerra.
Da cinque anni l’esercito combatte contro i Figli del Bosco, colpevoli di avere contaminato la sorgente del Klide con un veleno potentissimo, il morbo.
Vind sa che quel veleno, un giorno, ucciderà anche lei, proprio come è capitato a sua madre e a molte compagne di servizio. Quello che ancora non sa è che dietro a un semplice racconto si possono nascondere miliardi di bugie. Basterà l’arrivo di un prigioniero, un soldato dello schieramento opposto, a stravolgere il suo universo?
Recensione
Byen Bor, II mese anno 808: ci troviamo in un mondo dominato dalla guerra e dall’odio fra due frazioni, i Figli dell’Acqua e i Figli del Bosco. La storia ruota intorno al Morbo, il quale è la causa dell’avvelenamento della sorgente del fiume Klide, provoca vittime e distruzione. I Figli dell’Acqua e i Figli del Bosco si danno la colpa a vicenda per la sua creazione. Vind è cresciuta con la convinzione che i Figli del Bosco sono la causa di tutto questo male. È una giovane sguattera che aspetta da cinque anni il ritorno dalla guerra di suo fratello ‘Sun. Un tempo la ragazza era solare e dalla fervida immaginazione. Amante delle storie e dei miti, non smetteva mai di narrare e inventare vari racconti fantastici. Ma un giorno il suo mondo crolla come un castello di carta: perde i suoi genitori, il suo adorato fratello viene arruolato nella Squadra Aurea dei Figli dell’Acqua e il suo grande amore decide di entrare nell’esercito volontariamente. Vind rimane sola. Tutto cambia e lei cambia, finché un giorno, dopo cinque anni di dolore, viene fatto prigioniero un Figlio del Bosco, Gren, e tutto ciò in cui lei credeva diventa menzogna.
E’ difficile trovare un fantasy ben strutturato, dove ogni piccolo tassello viene incastrato nel grande puzzle della storia, senza cadere nel banale o diventare una nota stonata nello spartito. Ogni sceneggiatura è strutturata bene, sia dal punto di vista governativo che strutturale dell’ambiente.
I personaggi, soprattutto i protagonisti, sono molto realistici e ho empatizzato spesso con loro. Vind è una ragazza comune, carina e intelligente. Non ha poteri magici, non ha nessuna specialità che la rande degna di nota nel fronte. È semplicemente una sguattera che lava i vestiti pregnanti di sangue dei soldati al fiume, ma con una spiccata fantasia e passione per i miti. La luce che aveva da bambina è ormai affievolita per colpa del dolore, ma nonostante ciò non perde la sua grinta. Tutto di lei la rende normale, diciamo è un antieroe non avendo poteri o carisma, e proprio questa normalità la rende speciale ai miei occhi, perché sono riuscita a immedesimarmi in lei e a mettermi nei suoi panni. Nonostante tutto lei lotta, continua a credere ed andare avanti con il suo cuore puro. È vera!
«“Perché hai scelto proprio me nelle Carceri del miele?” “Perché sei quella giusta.”»
Gren è il protagonista maschile della nostra storia. “Un zoticone belloccio dagli occhi verdi” così si definisce lui stesso più volte, sa di avere fascino e lo sfrutta. È un Ribelle, un Figlio del Bosco, uno stratega, un assassino. È tante cose e nessuna. Abile a mentire per la causa, per salvare il mondo. Ha l’animo macchiato da una nota rossa indelebile, vuole cancellarla con l’eliminazione del morbo e per questo è pronto a morire. È guidato da suo passato per il quale è ossessionato. Ma dietro a quegli occhi verdi che ricordano il bosco c’è molto di più, qualcosa che cattura Vind: “lei che sognava un principe ed era caduta preda di un Ribelle.”
«“Scusa” sembravano suggerire quelle scie umide di labbra. “Se ti ho mentito, se ti ho delusa, se ti ho ferita.”»
Voglio precisare che è un Low Fantasy, ovvero è un genere della narrativa fantasy in cui gli eventi magici si verificano in un mondo altrimenti normale. È d’obbligo spiegare bene cosa si trova in questo tipo di fantasy: non c’è un enfatizzazione magica, l’ambientazione avviene nel mondo reale ma stravolto, favorendo il realismo, una narrazione cinica. Gli elementi convenzionali del fantasy sono scarsi o assenti.
“Come vento” è un volume unico bello corposo, che non si perde nella deriva focalizzandosi nella storia d’amore, la quale subentra piano piano in modo realistico andando poi a diventare importante nella trama. L’autrice ha dato molta importanza al world building, ha studiato bene su come organizzare i due fronti e la guerra. Ci sono creature magiche ma non le classiche, sono esseri inventati da Odiblue che non sto qui a raccontare per non fare spoiler. Ha creato una trama ben articolata con varie spiegazioni ma non sono mai troppo prolisse e quindi noiose. È un’opera scorrevole e ben scritta, con un lessico abbastanza ricercato.
Vi consiglio “Come vento” e faccio i miei complimenti ad Odiblue per il suo esordio.
Arrivo a ringraziarti anche qui per avere letto “Come vento”. Dalle tue parole si capisce che hai affrontato la sfida del mio mattoncino con cura e attenzione, e te ne sono davvero grata… anche perché hai scelto una citazione che non si fila mai nessuno. Quanto è bello quando voi lettori scoprite le citazioni più nascoste e meno abusate? Io mi sento sempre coccolata e capita, ed è una sensazione bellissima!
Grazie per avere consigliato la mia storia, per avere capito Vind e tollerato l’egocentrismo dello zotico per eccellenza. Sono felice che tu lo abbia trovato ben strutturato, perché ho lavorato tanto sui collegamenti tra episodi, e che tu abbia apprezzato l’articolazione della trama.
È stata una collaborazione preziosa che sicuramente non dimenticherò.
Grazie di tutto <3
Odiblue