Autore: Tahereh Mafi
Casa editrice: Bur
Genere: distopico
Numero pagine: 902
Saga: Shatter me saga #1, #2 e #3
Trama
264 giorni chiusa in una cella, senza contatti con il mondo, perché Juliette ha un potere terribile: se tocca una persona può ucciderla. A tenerla prigioniera è la Restaurazione, un gruppo militare che intende usarla come arma. Un giorno nella sua cella entra Adam, un soldato semplice che scopre di essere immune al suo tocco. Insieme possono fuggire e unirsi ai ribelli che si battono contro la tirannia. Ma il confine tra Bene e Male è spesso oscuro e per Juliette non sarà facile capire di chi fidarsi, né accettare il proprio potere distruttivo per metterlo al servizio della Resistenza, e ancora meno scoprire che quasi tutte le sue certezze erano sbagliate.
Recensione
Per parlare della prima trilogia della saga di Shatter me, bisogna in primo luogo fare una premessa: non aspettatevi un distopico classico, di quelli in cui la cosa più importante è il world building. In questa storia, infatti, il mondo in cui il tutto si svolge ha solo un ruolo marginale, fungendo più che altro da contorno a quelle che sono le vicende della protagonista: Juliette.
La saga di Shatter Me è una storia assolutamente intima. Questa sua caratteristica è legata principalmente allo stile scelto dall’autrice: la narrazione è in prima persona, al tempo presente. Questo fa sì che buona parte della storia sia raccontata quasi come flusso di coscienza da parte della protagonista. Di conseguenza, il lettore viene a conoscere il mondo in cui si trova dagli occhi di questa ragazza, una diciassettenne dalla psiche complicata e piena di traumi, che di conseguenza concentra la sua attenzione su dettagli spesso insignificanti, e raramente si sofferma a dare una descrizione approfondita di ciò che la circonda. Proprio per questo, i sentimenti sono l’argomento principale trattato nel libro. E vengono esposti in modo assolutamente esemplare: tutti i personaggi che intervengono nella storia hanno una psiche tanto complessa quanto quella di Juliette, e lei, grazie alla sua empatia, è in grado di trasferire al lettore sensazioni diverse in base al personaggio con cui interagisce. In alcuni punti sembra di essere ospiti nell’anima di un’altra persona, e questo fa sì che il coinvolgimento emotivo durante la lettura sia estremamente alto.
Sempre per questo motivo, il alcuni punti la storia tende ad essere statica ed a ristagnare per qualche tempo senza che nulla di particolarmente esaltante avvenga. Si può dire che nei tre libri Juliette faccia un percorso di crescita personale e psicologico, e spesso questo non è accompagnato da azione serrata come forse un lettore di romanzi distopici si aspetterebbe. Mentre questa tendenza non è fastidiosa nel primo volume, che per ora è stato il mio preferito della saga, diventa un po’ pesante nel secondo e nella parte iniziale del terzo, dove l’azione si concentra quasi esclusivamente nelle pagine finali. Soprattutto nel terzo volume, nelle ultime pagine moltissimi avvenimenti si sviluppano nell’arco di una decina di pagine, per lasciare il lettore un po’ turbato sul finale, come se avesse fatto una corsa lunghissima per poi arrivare a fermarsi alla cima di uno strapiombo.
Una cosa che ho apprezzato profondamente nel romanzo è stato il fatto che vengono trattati in modo molto maturo temi di estrema importanza e delicatezza, come il disturbo ossessivo compulsivo, il disturbo da stress post traumatico, la violenza domestica, la percezione del proprio corpo, l’autostima, il senso di colpa, la depressione ed in generale la salute mentale in quanto tale. Moltissime citazioni di questo romanzo potrebbero stare benissimo in una raccolta di frasi motivazionali.
La componente romance è anche un perno fondamentale attorno cui ruota la storia, con le classiche dinamiche sia del friends-to-lovers sia dell’enemies-to-lovers. Nonostante io non sia una lettrice accanita di questo genere, e quindi non possa dire se le trovate di trama siano cliché oppure no, posso dire che mi sono trovata da subito rapita dalla storia d’amore, e che ho gioito nel vedere la crescita e la maturazione di molti personaggi, in particolare di Warner.
Concludo dicendo che è una saga che consiglierei a tutti gli amanti del romance, e agli amanti del genere distopico che non disdegnano un po’ di sentimenti ed uno stile diverso da quello a cui sono abituati.