Autore: Andrea Mafessoni
Casa editrice: 0111 Edizioni
Genere: Thriller
Numero pagine: 190
Trama
“Riccardo Senna, conosciuto da tutti come Rick, è un giovane ingegnere informatico: vive a Milano, lavora alla Mirror e apprezza il calcolo binario più di quanto non apprezzi le persone. La sua vita subirà una profonda scossa in seguito alla misteriosa morte di Claudio Moneta, dirigente della Mirror, assassinato a sangue freddo nella propria abitazione. Coinvolto dall’affascinante Virginia, amica della vittima desiderosa di fare luce sulla vicenda, Rick si ritroverà infatti a indagare sull’omicidio, alla ricerca della speciale lente a contatto che l’uomo indossava al momento della morte: un sofisticato prototipo tecnologico prodotto dall’azienda che potrebbe aver registrato l’identità dell’aggressore. In un clima di crescente tensione, sotto l’opprimente sole estivo di Milano, i due si ritroveranno ben presto immischiati in una vicenda più grande di loro, nel tentativo di svelare le trame di un mistero che sembra affondare le proprie radici negli alti vertici dell’azienda”.
Recensione
Devo premettere che ho veramente trovato difficoltà nello stilare questa recensione.
Un thriller, un giallo, un noir travestito da romanzo informatico?
Mi sono trovata immersa in un linguaggio che per tutto il mio percorso scolastico (e ancora oggi a dire il vero, ndr.) mi sembrava aramaico antico.
Probabilmente vi sto mandando in confusione e non era proprio mia intenzione… andiamo con ordine.
Quando l’autore mi contattò per la collaborazione ho trovato trama ed estratti particolarmente interessanti, ho letto thriller, finalista al Premio 1 Giallo x 1000 e ho pensato: “perfetto, il gioco è fatto, una ricetta che funziona” però avevo anche voglia di mettermi in gioco perché fin dalla “tenera età” ho sempre visto geroglifici, linguaggi incomprensibili nelle materie scientifiche e Rick, il nostro protagonista, è un ingegnere informatico, lavora ad un progetto che prevede codici e combinazioni e si improvvisa investigatore a seguito della morte del suo capo.
Originale, dinamico, scritto in un linguaggio complesso ma consapevole della sua complessità tanto da offrire la chiave di lettura, le spiegazioni di quella lingua ostrogota che non ho mai compreso.
Originale perché la vittima, la vita, l’assassino e la scena del crimine vengono descritti attraverso metafore: matematiche, informatiche, fisiche.
Dinamico perché ha creato un connubio perfettamente riuscito tra mistero, riflessione, adrenalina e “rompicapo”, come fosse un’espressione a più incognite da risolvere e con apparente semplicità gli sia venuta senza resto, senza decimali.
Ho passato la lettura mangiando insieme al libro (letteralmente, ndr.): non riuscivo a metterlo giù e non ci riuscivo perché mi prefiguravo la mia ipotesi e arrivavo alla fine di ogni capitolo con tutte le mie convinzioni infrante e la voglia, la fame di sapere.
Ottima l’idea, ottimo lo sviluppo e eccellente lo stile narrativo e linguistico.
Ve lo consiglio fortemente!