Autore: Suzanne Collins
Casa Editrice: Mondadori
Genere: Distopico
Numero pagine: 476
Saga: Hunger Games #0
Trama:
È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l’unica, esile, possibilità di riportarlo all’antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria. Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi. I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D’ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l’arena avrà luogo un duello all’ultimo sangue, ma fuori dall’arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.
Recensione:
Da grande amante della saga di Hunger Games, non potevo sicuramente farmi mancare questo nuovo volume, prequel della famosa trilogia che ha conquistato milioni di lettori, tra cui me. A partire dalla copertina, con un emblema molto simile a quello della saga principale, mi sono subito sentita riportare nel mondo della mia adolescenza, e devo dire che ne sono stata felice.
Il libro si apre su Coriolanus Snow, il protagonista della storia, che ci porta a conoscenza della situazione complicata in cui versa la sua famiglia dopo la guerra, mostrandoci un’umanità che è impossibile da ritrovare nel personaggio che il lettore è abituato a conoscere nella trilogia. Ci troviamo davanti un ragazzo di diciotto anni sveglio, audace, decisamente manipolatore e con un fortissimo carisma, tutte qualità che il personaggio si porterà dietro nella sua crescita, ma allo stesso tempo, Coriolanus Snow ha inequivocabilmente un cuore. Ad esempio, il protagonista prova un profondo e sincero affetto per la cugina Tigris, su cui tra l’altro mi aspetto un ulteriore libro, perché in questo non si spiega assolutamente in che modo i rapporti tra lei e Coriolanus si spezzino, al punto di farla entrare nella resistenza, come si vede nell’ultimo libro della trilogia. Al contrario, qui i due sono molto legati e complici nel portare avanti una famiglia ormai allo sfacelo, e lei è sicuramente l’affetto più sincero che Coriolanus abbia. Ma il cuore del protagonista si può trovare anche in molte altre piccole azioni, in cui sembra voler andare contro il sistema per seguire quello che lui crede che sia giusto.
Il libro quindi si apre sotto i migliori auspici: la scrittura è coinvolgente, e anche se il lettore viene quasi subito catapultato nel famigliare mondo degli Hunger Games, esso viene declinato in modo completamente diverso. I Giochi che vediamo in questo volume sono infatti solo una forma embrionale del grande spettacolo propagandistico a cui il lettore è abituato, anzi, nelle precedenti nove edizioni praticamente nessuno ha seguito il programma, che passava solo in alcune fasce giornaliere e non era trasmesso in diretta continua. La storia si dipana per le due prime parti del libro in modo assolutamente coerente, incalzante e imprevedibile, portando a svariati colpi di scena che mettono il protagonista in buona luce agli occhi del lettore.
Di conseguenza, mi sarei aspettata che nella terza ed ultima parte, qualcosa di estremamente traumatico avvenisse al nostro Snow, per giustificare la cattiveria incondizionata che egli dimostra nella trilogia principale. Tuttavia, questo non accade. La terza parte, anzi, è decisamente sotto tono rispetto alle altre due, quasi noiosa in alcuni punti, statica e assolutamente ripetitiva. Nulla di particolarmente notevole accade al protagonista, che tuttavia nelle ultime pagine cambia radicalmente il suo approccio, concentrandosi solo sulla sua ambizione ed autoconservazione, e venendo a perdere le caratteristiche positive che aveva dimostrato nelle prime due parti senza una chiara motivazione.
Sono rimasta molto delusa dal finale, che in pratica non mi ha lasciato nulla in più di quello che già sapevo, né mi ha spiegato le motivazioni che ci siano sotto alcuni atteggiamenti. Mi è dispiaciuto molto, perché ho adorato la prima e ancor più la seconda parte, e avrei davvero sperato che il libro superasse le mie aspettative.