Autrice: Stella Stollo
Casa editrice: Graphofeel
Genere: thriller storico
Numero pagine: 316
Trama
Nella splendida e raffinata Firenze dei Medici un misterioso personaggio uccide una serie di donne senza alcun motivo apparente. Le vittime sono belle, colte e indipendenti, aspirano all’amore e a una vita che soddisfi le loro aspettative. Il loro assassino è rozzo e spietato, insensibile alla grazie e alla speranza di quel Mondo Nuovo che sembra ormai alle porte. Qual è il fil rouge che collega tra loro i femminicidi e qual è l’oscuro significato che si cela dietro agli strani simboli rinvenuti nei luoghi degli spietati delitti? Tra pittori, speziali, filosofi e mercanti, un thriller di grande maestria ambientato nel mondo dell’arte, vibrante come un capolavoro di Botticelli.
Recensione
Nella Firenze del 1486 viene assassinata una ragazza di buona famiglia e sul suo corpo viene lasciato un messaggio che fa riferimento ad una serie di omicidi avvenuti dodici anni prima, riaprendo una ferita mai chiusa nel cuore dei pittori Sandro Botticelli e Filippino Lippi.
Con un salto nel tempo l’autrice ci fa ripercorrere la storia delle vittime, ma anche quella dei grandi artisti di quell’epoca: Botticelli, Lippi, Amerigo Vespucci e Leonardo Da Vinci e ci offre una chiave interpretativa della “Primavera” di Botticelli davvero molto particolare!
Nel libro Botticelli spiega agli altri artisti che la sua “Primavera” è un’opera polisemica, così come Dante definì la sua “Commedia”, nel senso che offre vari livelli di lettura: letterale, allegorico, morale ed anagogico (le spiegazioni dei singoli livelli le trovate nel testo) e che solo chi osserva è in grado di coglierne uno o più.
Allo stesso modo questo romanzo si presta a diverse chiavi di lettura, dove solo quella letterale riguarda gli omicidi.
Pensavo che avrei letto un thriller ad ambientazione storica, ma mi sono ritrovata immersa in dialoghi incredibili tra i grandi artisti e scienziati italiani dell’epoca, il mio cuore ha palpitato insieme a quello di Filippino Lippi innamorato segretamente, per non essere giustiziato per la sua omosessualità, di Botticelli, che però aveva occhi solo per la sua musa ispiratrice protagonista delle sue opere più importanti: Simonetta Vespucci, ho condiviso le idee di Ginevra la guaritrice e ripassato nozioni di geografia, astronomia e fisica quantistica attraverso i discorsi tra Amerigo Vespucci, Botticelli e Leonardo Da Vinci.
L’autrice secondo me ha usato il thriller come pretesto per introdurre altri argomenti e per denunciare la condizione della donna in quel periodo storico, che viene accusata di stregoneria e bruciata se guarisce le persone con maggior successo di un medico, che viene scoraggiata dal praticare qualsiasi arte perché il suo unico ruolo deve essere di moglie e madre e che viene data in sposa appena adolescente a uomini molto più grandi che ne dispongono come vogliono e che quando sono stanchi la fanno uccidere.
Nel contempo la Stollo ci racconta come sia nato il progetto del viaggio alla scoperta dell’America, di come la scienza si sia evoluta ma anche di come sia stato difficile trovare sufficienti contatti nel clero, in Spagna ed in Portogallo per avviare l’impresa senza essere accusati di eresia da una Chiesa bigotta che non accettava che la Terra fosse sferica e che pensava che oltre le colonne d’Ercole non si potesse navigare.
È stata interessante l’alternanza dei punti di vista di Filippino Lippi e di una voce narrante esterna, così come ho apprezzato sia le poesie all’inizio di ogni coppia di capitoli, sia le brevi biografie dei personaggi storici realmente esistiti e presenti nel romanzo.
L’unico neo è che la parte centrale e più lunga del romanzo narra ciò che avvenne dodici anni prima degli eventi presenti nelle parti iniziale e finale, quindi ho perso un po’ il filo al termine della digressione temporale ed ho dovuto rileggere alcuni brani dei primi capitoli per ricollegarli agli ultimi; forse avrei alternato i capitoli ambientati nel 1474/5 con quelli del 1486.