La signora di Wildfell Hall

Autrice: Anne Brontë

Casa editrice: Neri Pozza

Genere: narrativa classica

Numero pagine: 390

“Odio parlare quando non ci sono scambi di idee o di sentimenti e non si offre né si riceve nulla di buono.”

la signora di wildfell hall

Trama

Chi è l’affascinate signora nerovestita che si è installata nella decrepita, isolata residenza di Wildfell Hall? Quella donna sola, che vive con un bambino e un’anziana domestica, sarà davvero la giovane vedova che dice di essere? Helen Graham è estremamente riservata e il suo passato è avvolto in un fitto mistero. Fa il possibile per ridurre al minimo i contatti con i suoi vicini, a costo di apparire scostante e ombrosa, e trascorre le giornate dipingendo e prendendosi cura – fin troppo amorevolmente, dice qualcuno – del piccolo Arthur. Ma Gilbert Markham, giovane gentiluomo di campagna tutto dedito ai suoi terreni e al corteggiamento di fanciulle tanto graziose quanto superficiali, è subito punto da una viva curiosità per quella donna che lo tratta con insolita freddezza. Il comportamento schivo di Helen suscita presto voci e pettegolezzi maligni e lo stesso Gilbert, che pure è riuscito a stringere una bella e intensa amicizia con lei, è portato a sospettare. Solo quando la donna gli consegnerà il proprio diario emergeranno i dettagli del disastroso passato che si è lasciata alle spalle.

“Nessuna mente generosa prova piacere nell’opprimere il debole, quanto piuttosto nell’apprezzarlo e proteggerlo.”

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Recensione

Helen Graham è una giovane donna vestita a lutto che ha un bimbo di sei anni e che prende in affitto due stanze di una grande dimora, Wildfell Hall, a poca distanza da un villaggio nell’Inghilterra del Nord.
Il suo arrivo scatena la curiosità degli abitanti della zona, ma quando le loro domande e la loro invadenza non trovano soddisfazione, cominciano ad inventare maldicenze su di lei compromettendo la sua reputazione.
Solo Gilbert Markham per molto tempo la difende, ma finisce per credere ai pettegolezzi e sarà allora che Helen gli rivelerà la sua storia.

Questo secondo libro di Anne Brontë ha avuto un grande successo appena pubblicato, ma poi è stato messo in ombra dai più famosi “Cime tempestose” e “Jane Eyre” delle sorelle, mentre per me è il più bello tra tutti quelli scritti dalle tre.

Il testo è diviso in tre volumi: il primo introduce la figura di Helen e degli altri personaggi della zona in cui si trasferisce, nel secondo viene raccontata la storia di Helen sotto forma di diario e nel terzo i vari personaggi del passato e del presente si “incontrano”.

Il ritmo è assolutamente incalzante, avrei solo tagliato un po’ la seconda parte, ma fino all’ultima pagina non si capisce come si concluderà la storia, si possono solo fare congetture.
L’autrice, come in Agnes Grey, sottolinea il valore della donna, la necessità di essere indipendente e di avere un ruolo attivo nel rapporto di coppia, in contrapposizione alla passività con cui all’epoca le ragazze accettavano matrimoni di convenienza subendo poi qualsiasi sopruso da parte dei mariti, e di poter scegliere come vivere anche rinunciando a tutti i vantaggi di una posizione privilegiata pur di proteggere la propria dignità.
Helen è una donna assolutamente moderna, che va controcorrente e fa delle scelte che la pongono in una posizione difficile verso gli amici, la famiglia ed i vicini, ed il cui unico obiettivo è non tradire se stessa e garantire al figlio la miglior educazione possibile.

Durante la lettura sono stata male per Helen, ho rivissuto con lei alcune situazioni del mio passato ed ho pensato a come mi sarei sentita se non avessi avuto la possibilità di scegliere la mia strada come non era permesso alle donne dell’epoca ed avessi dovuto vivere in maniera coatta con una persona completamente diversa da me.
Ho apprezzato molto la modernità del pensiero di Gilbert, che ad una madre che afferma che l’unico ruolo di una moglie sia quello di servire ed accontentare il marito risponde: “Quando mi sposerò proverò più gioia nel dare felicità e benessere a mia moglie che nel riceverne da lei. Preferisco offrire che ricevere”.

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