Autore: Marco Zamanni
Casa editrice: Zakimos System
Genere: Librogame, distopico
Numero paragrafi: 502
Trama:
In un futuro non meglio precisato, l’immigrazione clandestina in Europa ha superato ogni livello di guardia. Ciò che resta dell’Unione Europea reagisce alla minaccia con il Trattato di Difesa dell’Occidente, una serie di misure draconiane a tutela della possibilità di difendersi per i legittimi cittadini.
Anni dopo, a Londra, l’Unione Europea è un lontano ricordo ma il provvedimento è ancora operativo, essendosi rivelato un successo. Un sistema giuridico tuttavia è un’entità complessa in cui ogni singola modifica può avere risultati imprevisti e completamente diversi da quelli all’inizio voluti.
Quali, stai per scoprirlo sulla tua pelle.
Recensione di SakurAri di Noi_leggiamo:
Un librogame per adulti per le tematiche trattate e il linguaggio utilizzato, molto divertente ed interessante. Un mistero da svelare dove i binari non sono già prefissati, ma è il lettore a decidere dove andare, chi incolpare, cosa fare. La trama è oscura e per certi versi triste e disagiante ma molto intensa.
Giocare questo libro permette di vivere in un futuro distopico, spesso punitivo. Il tempo scorre e tu dei trovare il responsabile di un omicidio, il colpevole è tra di noi ma gli indizi sono pochi. Riuscirai a trovare la strada per risolvere il mistero e tutto quello che c’è dietro? Forse c’è molto più di un solo omicidio dietro a questa storia e sta a te scegliere la strada da intraprendere, giusta o sbagliata che sia. Amici, conoscenti, colleghi, criminali, incontrerai tantissime persone e parlando con loro dovrai capire cos’è la cosa giusta da fare tra rivelazioni e tanto altro.
Diversi finali si districano in questa storia e questo libro può essere giocato molte volte percorrendo tantissime storie differenti, conoscendo le storie di diversi personaggi e situazioni differenti.
Recensione di Sara di odoredinchiostro:
Premetto che questo è stato il mio primo libro game, quindi quando ho iniziato a leggerlo non sapevo per nulla cosa aspettarmi. La prima cosa che mi ha stupita è stato il fatto che la narrazione è in seconda persona: dopo lo stupore iniziale, questa caratteristica mi ha impressionata positivamente. Dal momento che il protagonista del libro era mosso dalle mie scelte, mi ha fatto piacere che l’autore si rivolgesse direttamente a me.
Anche l’ambientazione ha riscosso la mia approvazione. Ci troviamo in un mondo distopico, un’Europa in cui l’immigrazione ha raggiunto livelli tali da rendere necessaria una regolamentazione drastica: chiunque si senta minacciato da uno straniero, ha diritto di ucciderlo, senza temere di incorrere in nessuna conseguenza. Devo dire che la cosa mi ha messo i brividi, e ci ho messo un po’ ad adattarmi a questo lato della storia e a prendere le scelte giuste di conseguenza.
Tuttavia, avrei preferito che l’autore si soffermasse di più a introdurre il lettore in questa distopia. La storia inizia con un breve disclaimer da parte dello scrittore, che chiarisce le sue intenzioni rispetto al libro e ai fatti storici che ne hanno visto nascere l’idea, poi si trovano le regole da seguire per giocare (che fortunatamente sono decisamente semplici) e subito dopo si viene catapultati nella metropolitana dove inizia la storia, e in meno di una pagina ci si trova a dover prendere la prima decisione. Mi sono sentita decisamente impreparata in quel momento: avrei davvero avuto bisogno di qualche delucidazione in più sulle regole che vigono in questo mondo, per sapere con maggiore certezza le conseguenze delle mie azioni.
Per contro, la storia prende avvio velocemente, senza alcun attimo di stallo: è da subito dinamica, ed il lettore-giocatore si trova a fare una scelta dopo l’altra, venendo trasportato tra le zone più fatiscenti e quelle più lussureggianti di questa Londra alternativa, in un vortice di scoperte ed emozioni.
Nonostante i capitoli che si susseguono siano decisamente corti (raramente di più di una pagina) e quasi sempre seguiti da scelte, i personaggi secondari che circondano il protagonista sono ben delineati: il fastidioso Roddy, la sregolata Rain e il calcolatore Damian mi hanno affascinata particolarmente. Mi è piaciuto molto il fatto che a volte la narrazione avesse dei punti di arresto in cui il protagonista (o per meglio dire il lettore) poteva fare delle ricerche sugli altri personaggi o sugli avvenimenti ed i luoghi citati nella storia: questo mi ha permesso di approfondire la conoscenza con ognuno, e di esercitare la mia memoria. Infatti, il libro non ti suggerisce le cose da approfondire: deve essere il lettore a prendere nota (mentalmente o fisicamente) delle parole chiave da cercare appena possibile.
Altro dettaglio che mi ha affascinata molto è stato il fatto che, trattandosi di un libro a stampo investigativo, sei tu a scegliere dove condurre le indagini: il luogo del delitto? L’archivio? Il quartiere in cui vive uno dei testimoni? In base alla scelta operata, ti troverai in possesso di oggetti diversi, che porteranno verso uno sviluppo delle ricerche piuttosto che un altro.
La cosa che non mi ha convinta appieno è stata la gestione del finale. Leggendo un libro-game sapevo che dalle mie scelte sarebbe dipesa la fine della storia, cionondimeno mi aspettavo che trattandosi di un’indagine si arrivasse comunque alla risoluzione del caso. Al contrario, il finale a cui sono giunta io lascia molto in sospeso: si svelano dettagli sui rapporti interpersonali tra i personaggi, ma non si dice nulla su chi effettivamente sia stato l’assassino. Devo ammettere che la cosa mi ha un po’ infastidita, perché questo mi costringerà ad andare di nuovo a giocare il libro dall’inizio e proseguire ancora una volta alla cieca nella speranza di prendere la strada giusta per risolvere il caso. Sicuramente è stata una scelta voluta e pensata dall’autore, ma come lettore mi ha lasciata un po’ con l’amaro in bocca.
L’ho trovata una lettura avvincente, interessante e ottima per uscire dalla mia confort zone da lettrice in pantofole che aspetta che tutto le accada sotto gli occhi. Come primo passo nel genere è stato sicuramente un ottimo inizio, e anche se non penso di essere tipa da mettermi a leggere con dadi e regole complicate da tenere a mente, credo che potrei volentieri ripetere l’esperienza, magari con un altro testo dello stesso autore, che mi ha colpita in positivo sia per lo stile di scrittura sia per la gestione del gioco.